Per ‘Terni in centro’, tira aria di funerale

Lunedì se ne dovrebbe parlare in una riunione del direttivo, ma – a meno di fatti clamorosi – è morto prima ancora di nascere

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Lunedì se ne dovrebbe parlare in una riunione del direttivo del ‘Consorzio per il centro commerciale naturale’ di Terni, ma – a meno di fatti clamorosi – il ‘centro’ stesso è morto prima ancora di nascere. Almeno nella forma che era stata ipotizzata e sulla quale prima ci si è scannati e che poi, invece, è andata via via perdendo di appeal

Terni

Le ammissioni La conferma delle difficoltà – peraltro più volte segnalate – come spesso succede arriva dai silenzi o dalle, scarne, risposte che si ottengono quando si prova a chiedere: «Il centro commerciale naturale – sussurra un consigliere comunale ‘informato dei fatti ‘ – nella forma prevista è irrealizzabile. Ci sarà una nuova forma di avviso per provare a recuperare le parti comuni».

Le quote Già, le parti comuni: perché alcuni dei commercianti, fidandosi, hanno già provveduto a fare gli investimenti richiesti per poter essere della partita ed hanno predisposto i propri locali secondo quelle che erano le richieste fatte dal Consorzio per permettere loro di accedere ad una serie di servizi che, stando le cose come stanno, rinviano di restare una pia illusione.

I silenzi Dai funzionari della Regione Umbria che seguono la faccenda non esce una mezza parola: inutile le richieste e, in questi casi, il loro silenzio vale già di una conferma. E pensare che, forse per la prima volta, la Regione aveva di fatto ‘smezzato i contributi, riconoscendo a Terni una quota praticamente paritaria rispetto a Perugia. Dove invece la cosa funziona.

 

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