Personale sanitario: aggressioni in crescita

185 casi dal 1999 ad oggi, 13 soltanto nel 2014: nel mirino ci finiscono soprattutto gli infermieri

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185 casi dal 1999 ad oggi, 13 soltanto nel 2014: gli operatori sanitari dell’azienda Usl Umbria1 continuano ad essere vittime di aggressioni sul posto di lavoro. Un dato peraltro sottostimato, visto che molti episodi non vengono neppure denunciati. Le vittime sono soprattutto infermieri (143) ma anche medici (14), operatori socio sanitari (12), operatori tecnici addetti all’assistenza (5) e altre figure (11).

Il fenomeno Il dato è emerso nell’ultima riunione di prevenzione e protezione dai rischi che ogni anno analizza le attività mirate alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. «Quest’anno – spiega il direttore generale dell’azienda sanitaria Giuseppe Legato – abbiamo dedicato particolare attenzione alla prevenzione del fenomeno, particolarmente esasperato negli ultimi tempi anche a causa della conflittualità sociale dovuta alla crisi. Tutto ciò mette in luce la necessità di intervenire per migliorare gli aspetti informativi, relazionali e comunicativi tra operatori sanitari e utenti, oltre al comfort delle strutture e degli spazi in quei servizi che sono più spesso teatro di aggressioni: pronto soccorso, residenze protette per anziani, strutture per malati psichiatrici».

Gli interventi In linea con quanto disposto dal ministero della salute, l’azienda sanitara ha illustrato un programma di interventi che prevede un sistema di analisi diretta del fenomeno, formazione specifica sulla comunicazione al paziente e ai familiari e un programma di elaborazione di informazioni per gestire in modo adeguato le relazioni tra operatori e pazienti/parenti. Negli ultimi anni la Usl Umbria si è attivata per creare spazi e strutture adeguati alle nuove necessità assistenziali: nuove Rsa per l’assistenza post-acuzie (ospedali di Gubbio – Gualdo Tadino, Città di Castello e a breve Umbertide), nuove strutture di ricovero (ospedale della Media Valle del Tevere), riqualificazione di vecchie strutture (ospedali di Assisi e Castiglione del Lago), nuovi spazi per i servizi territoriali (servizi di riabilitazione a Città di Castello, Casa della Salute di Marsciano e altri).

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