Perugia, espulso pusher tunisino

Il giovane spacciatore è stato accompagnato dagli agenti in un Cie per il rimpatrio

Condividi questo articolo su

M.B., tunisino di 19 anni, uno degli spacciatori più attivi nel cuore dell’acropoli perugina, è stato espulso nella giornata di giovedì.

I precedenti A dispetto della giovane età, si era ritagliato già in passato uno spazio importante nelle zone maggiormente interessate allo spaccio in città, distinguendosi anche per la sua indole violenta che sovente lo ha reso protagonista di liti e violenti alterchi con pusher concorrenti o clienti morosi.

Gli appostamenti Recentemente aveva iniziato a frequentare Sant’Ercolano, a pochi passi da corso Vannucci. Per questo, alla polizia di Perugia erano giunte in più occasioni  segnalazioni che sollecitavano ad impedire a questo tunisino di continuare a delinquere impunemente. Così, nelle scorse settimane, la squadra volante ha iniziato a monitorare gli spostamenti del maghrebino, notando la sua recente assidua frequentazione nei giardinetti di Sant’Ercolano, di recente abbelliti e restituiti alla collettività. Alla prima occasione favorevole la polizia ha deciso di intervenire.

L’episodio Giovedì pomeriggio la volante ha pizzicato M.B. a spasso per le vie del centro storico e gli ha intimato immediatamente di fermarsi per un controllo. Il 19enne ha tentato di tagliare la corda, ma invano. Gli agenti lo hanno allora perquisito, trovandogli addosso non dello stupefacente ma altri oggetti comunque di interesse. In particolare, uno spray al peperoncino non omologato, che, a detta sua, gli era necessario per proteggersi da possibili aggressioni di altri nordafricani. Inoltre, il maghrebino era ingiustificatamente in possesso di una tessera sanitaria intestata ad un ragazzo, il quale, qualche mese fa, ne aveva denunciato lo smarrimento. Infine, è risultato inottemperante ad un precedente ordine di allontanamento dal territorio nazionale.

La denuncia Così, la volante lo ha denunciato per i reati di possesso ingiustificato di oggetti atti ad offendere, ricettazione ed inottemperanza all’ordine di espulsione. Giunto in questura poi la sorpresa finale: un viaggio per il Cie disponibile più vicino per il suo rimpatrio.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli