Perugia, la Gesenu ‘caso’ politico

I partiti discutono dopo la bufera che ha coinvolto l’azienda e si cercano soluzioni

Condividi questo articolo su

Si continua a discutere attorno alla vicenda che ha visto coinvolta la Gesenu, società per azioni a capitale misto pubblico-privato in cui il 45% è detenuto dal Comune di Perugia e che lo scorso 12 ottobre è finita al centro di un’inchiesta con l’iscrizione di 12 soggetti nel registro degli indagati e numerose perquisizioni negli uffici dell’azienda a Ponte Rio, Perugia, e nelle discariche di Pietamelina e Borgo Giglione. L’ipotesi della Procura vede, a vario titolo, coinvolti i vertici dell’azienda e alcuni tecnici in una vicenda di smaltimento e traffico di rifiuti.

Il futuro dell’azienda Se ne è discusso venerdì in commisione bilancio, presente anche il presidente della Gesenu Luca Marconi. Il percorso di ristrutturazione dell’azienda è stato al centro dei vari interventi. In particolar modo Cristina Rosetti (M5S) ha chiesto che l’amministrazione e l’azienda riferiscano circa la situazione economica, patrimoniale e finanziaria di Gesenu, nonché delle imprese di cui la stessa detiene una quota del capitale a qualsiasi titolo (controllate, collegate, partecipate); su eventuali piani di ristrutturazione/industriali fossero stati adottati e in relazione agli indirizzi dati alla Società. La Rosetti si è detta contraria in modo assoluto alla vendita delle quote di Gesenu, situazione che esporrebbe l’ente a ulteriori ripercussioni che ne ridurrebbe il potere contrattuale e ha invitato l’amministrazione ad elaborare un atto di indirizzo che riduca drasticamente il compenso dell’Amministratore Delegato, metta in liquidazione le società partecipate o controllate in perdita e comunque non utili al core business della società e, soprattutto, ad uscire da altre società, in particolar modo quelle internazionali, il cui operato potrebbe riverberarsi sul bilancio del Comune stesso. La soluzione, per il M5S passa per una riorganizzazione interna che coinvolga anche i dirigenti e che elimini alla radice ogni inefficienza e che porti alla riduzione dei costi del servizio, alla riduzione e progressiva trasformazione in tariffa puntuale dell’imposta corrisposta dagli utenti; al rispetto degli obblighi di legge, in particolare, in termini di riciclo e di drastica riduzione dei materiali conferiti in discarica.

Viterbo Ambiente La Rosetti ha poi riferito sulla vicenda che ha visto coinvolta la società Viterbo Ambiente. «Da notizie di stampa nazionale – ha spiegato la consigliera del Movimento 5 Stelle – risulta che l’ex Amministratore Delegato Rosario Carlo Noto La Diega (1983-2013), attuale socio al 10% di Gesenu e consigliere della medesima società, sarebbe stato arrestato insieme ad altre nove persone, per presunti reati commessi nella gestione dei rifiuti da parte della Società Viterbo Ambiente, associazione temporanea di imprese nata dall’unione della Società Cosp Tecno Service e Gesenu S.p.A. I reati oggetto dell’inchiesta sarebbero frode in pubblica fornitura, falso, abuso d’ufficio e associazione a delinquere. Se le accuse risultassero fondate – ha proseguito – il Comune di Perugia risulterebbe indirettamente coinvolto nella vicenda, con enorme danno per la partecipata, i cittadini e il Comune stesso».

Più poteri al Comune Dal consigliere di Nuovo centro Destra Scarponi arriva invece la proposta di rivisitazione dello statuto aziendale di Gesenu SpA per il rafforzamento del potere decisionale del socio pubblico, cioè il Comune di Perugia.”Il socio privato – ha affermato Scarponi – di fatto ha sempre nominato l’Amministratore Delegato che a sua volta ha le deleghe per poter nominare i dirigenti del personale, i dirigenti ai servizi e altre figure al vertice della società;In un momento di riassetto organizzativo come quello attuale sarebbe opportuno che il socio pubblico Comune di Perugia, che costituisce tra l’altro il maggior cliente di Ge.Se.Nu S.p.A., potesse partecipare in maniera più diretta e decisiva alla gestione della società potendo assumere alcune deleghe che sarebbero necessarie anche per la gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti urbani”. Per tali ragioni, Scarponi ha chiesto che l’Amministrazione si impegni nella rivisitazione dello statuto al fine di conferire più poteri decisionali e di nomina al socio pubblico Comune di Perugia.

Cessione di quote Per Nilo Arcudi, consigliere Psi, è ormai inevitabile superare l’attuale assetto societario di Gesenu, ma ha espresso assoluta contrarietà alla proposta di Scarponi di modificare l’impostazione generale: «le società miste mettono insieme la capacità di pianificazione del socio pubblico con la capacità di gestione del privato. Questa impostazione non può essere capovolta, procedendo ad un’inaccettabile politicizzazione dell’azienda che contrasteremo in ogni modo possibile». Sulla questione della eventuale cessione di quote, Marconi ha definito discutibile l’ipotesi, perché attualmente la stessa non determinerebbe vantaggi in capo al Comune. Solo una rivisitazione preliminare delle regole può consentire di valutare questa ed altre soluzioni.

Gesenu Il presidente ha comunque chiarito che l’attività tecnica da lui svolta in qualità di rappresentante del Comune in Gesenu è stata significativa: la stessa ha portato ad approvare un bilancio in linea con i dati (previsto un fondo di accantonamento di 8 milioni per la partita egiziana), ad introdurre un regolamento per rendere gli acquisti trasparenti ed a proporre un regolamento sul personale.I dati offerti da Gesenu sul bilancio relativo al 2014: 103 milioni di produzione (in linea con l’anno precedente), margine operativo in crescita ed oggi a 12,098 milioni; l’utile è di 1,3 milioni. Quanto alla situazione patrimoniale, attività e passività sono sostanzialmente equivalenti, mentre diminuiscono i debiti, da 87 a 77 milioni. Migliora la situazione finanziaria, con riduzione da 17 a 10 milioni.

Massima trasparenza L’assessore Bertinelli ha sottolineato che vi è disponibilità ad approfondire eventuali modifiche allo statuto di Gesenu ed al piano industriale per quanto possibile.In ogni caso l’assessore ha evidenziato, sulla questione Viterbo, che il Comune continuerà a monitorare la vicenda onde difendere, nel caso, gli interessi del Comune. In senso generale ha riferito che nel pef recentemente approvato scende per la prima volta il costo del servizio ed è stato inserito un fondo per i crediti non esigibili pari a 3,3 milioni: si tratta di un’operazione in linea con la giurisprudenza più recente, che consentirà di non far ricadere sulle casse del Comune i mancati introiti di Gesenu dovuti alle morosità. «Siamo fieri – ha tenuto a precisare – del lavoro che è stato svolto dai nostri rappresentanti in Gesenu, perché rivolto alla massima trasparenza soprattutto per ciò che concerne la redazione ed approvazione del bilancio di esercizio e la positiva conclusione della partita siciliana». Per il resto l’assessore ha confermato che sull’impostazione generale si sta lavorando, tenuto conto delle indicazioni che provengono dal Governo nazionale che sta spingendo affinché gli enti pubblici dismettano le partecipazioni societarie.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli