Caso Joan: «Adesso guardiamo avanti»

Il Comune obbligato alla trascrizione dell’atto di nascita del bimbo con due mamme. La famiglia: «Chiederemo i danni». Romizi: «Rispettata la legge»

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Il piccolo Joan, il bimbo con due madri, dovrà essere trascritto presso l’ufficio anagrafe del Comune di Perugia. Lo ha deciso una sentenza del Tribunale Civile di Perugia che ha ordinato al sindaco l’immediata trascrizione integrale dell’atto di nascita.

INTERVISTA ALLA MAMMA DI JOAN – AUDIO

Joan gioca nel giardino

«Ora festeggiamo, poi si vedrà…» La sentenza è stata comunicata ai difensori delle mamme, gli avvocati Vincenzo Miri e Martina Colomasi dell’associazione Rete Lenford. Si fa festa a Barcellona, dove il piccolo Joan approfitta della giornata di sole per giocare con le mamme nel prato: «Siamo contentissime – dicono – ora festeggiamo, poi ci organizziamo per tornare subito in Italia». Non è esclusa una richiesta di risarcimento danni: «Ci hanno fatto perdere un anno fra avvocati e aule di tribunale, il Comune di Perugia ha dimostrato di essere pavido e mediocre, ora per fortuna è tutto finito, ma stiamo pensando di chiedere i danni morali per questa vicenda assurda, considerando fra l’altro che molti altri Comuni avevano trascritto l’atto integralmente».

IL CASO JOAN – ARCHIVIO UMBRIAON

La Costituzione e la giurisprudenza Come noto, il diniego alla trascrizione era arrivato perché ‘contrario all’ordine pubblico’, a seguito di un travagliato dibattito interno che aveva coinvolto anche la Prefettura. In un primo momento l’ente aveva rifiutato in toto la trascrizione, poi, dopo mesi di battaglie legali e politiche, aveva provveduto ad una trascrizione parziale, con l’indicazione della sola madre partoriente, dopo il parere espresso dal Ministero degli Interni. Ora, la prima sezione del Tribunale Civile impone la trascrizione con entrambe le madri, una imposizione a cui il Comune non può opporsi. In sostanza, i giudici ritengono che la trascrizione di un atto di nascita avvenuto all’estero non può essere contraria all’ordine pubblico, quindi va recepito anche se la nascita stessa è avvenuta con tecniche non consentite in Italia, per salvaguardare l’interesse del minore (che senza documenti non poteva entrare in Italia e conoscere i familiari italiani).

Joan al tavolo da lavoro

Esulta Omphalos Il caso aveva sollevato l’attenzione e l’indignazione di tanti cittadini, capeggiata in consiglio comunale dai gruppi Pd e M5S (era stata approvata anche una mozione per chiedere al Sindaco di procedere alla trascrizione) e in città dall’associazione Omphalos, che ora esulta con un comunicato stampa: «Giustizia è fatta – commenta il presidente Stefano Bucaioni – eravamo fiduciosi sulla decisione della magistratura, avevamo scritto e ricordato più volte che altri tribunali fino alla Cassazione si erano già espressi unanimemente sul tema. Il sindaco Romizi aveva scelto di ignorare tutto questo e imbarcare il Comune di Perugia e la città tutta in un’assurda crociata discriminatoria che non poteva che avere questo epilogo. Joan ha due mamme e saranno entrambe riconosciute, che piaccia o no al sindaco e ad un pezzo retrogrado e integralista della sua maggioranza. Se ne facciano una ragione».

Romizi chieda scusa «Ora il Sindaco chieda scusa al piccolo Joan e alle sue due mamme – continua Bucaioni – per averli lasciati senza documenti e identità per 12 lunghi mesi. Scuse che devono essere fatte anche alla città di Perugia, per la brutta figura che il primo cittadino ci ha fatto fare, trascinando la città sulle pagine dei quotidiani nazionali. Questa storia è costata ad Omphalos la forte ostilità dell’amministrazione comunale, che ha scelto di revocare il patrocinio al pride dedicato al piccolo Joan e a non concedere più patrocini per gli eventi dell’associazione, compresi i festeggiamenti per i 25 anni della sua fondazione. Ma l’associazione ha proseguito e proseguirà la propria azione sempre senza paura e a testa alta, sicura di essere dalla parte giusta della storia».

BISTOCCHI (PD) E ROSETTI (M5S) UNITE CONTRO ROMIZI – VIDEO

Radicali: «Era ovvio» Arriva anche il commento dell’associazione ‘Radicali Perugia’ che sin dal primo momento si è schierata a favore del piccolo Joan e delle sue due madri: «Una conclusione ovvia per chi aveva seguito la vicenda e per i precedenti giurisprudenziali in tema di riconoscimento dei diritti di figli di coppie omosex – scrivono Michele Guaitini e Andrea Maori – non era evidentemente ovvia per il Comune di Perugia, i suoi dirigenti e il sindaco nella sua veste di ufficiale di stato civile. Noi abbiamo sempre considerato Joan “uno di noi” e siamo felici che da oggi lo sia anche per la nostra burocrazia. Questo non deve farci dimenticare che si è perso inutilmente un anno di tempo dal momento che il Sindaco avrebbe potuto provvedere alla trascrizione integrale già a marzo dello scorso anno. È evidente – concludono i radicali – che serve una legge che faccia chiarezza una volta per tutte, ma ormai è altrettanto evidente che l’orientamento giurisprudenziale consente già oggi i sindaci di tutta Italia di non avere timidezze in materia di riconoscimento dei diritti dei figli delle coppie omosex».

L’amministrazione: «Rispettata la legge» «Meraviglia e dispiace – fanno sapere da Palazzo Priori – leggere i toni aspri ancora una volta utilizzati nei confronti dell’amministrazione da parte di Omphalos, a seguito della decisione del tribunale in merito alla trascrizione dell’atto di nascita del bambino nato in Spagna. Il Comune non ha in nessun modo operato con spirito discriminatorio come strumentalmente si vuol far passare, ma gli ufficiali di stato civile si sono attenuti alla normativa vigente ed alle indicazioni espresse sia dalla Prefettura che dal Ministero dell’Interno, analogamente a quanto accaduto in tanti altri Comuni. Anche il riferimento al ritiro del patrocinio in occasione del gay pride non corrisponde al vero, in quanto la motivazione era da ascrivere all’utilizzo della nota locandina e ancor più ai toni a seguire utilizzati dagli esponenti dell’associazione e non certo alle vicende legate all’iscrizione dell’atto di nascita».

Lega solidale con Romizi «Solidarietà al sindaco Romizi per gli attacchi ricevuti e vicinanza al piccolo Joan costretto a crescere senza un papà per la scelta egoistica di due adulti che nulla ha a che vedere con i diritti civili»: con queste parole i parlamentari della Lega (Stefano Candiani, Simone Pillon, Luca Briziarelli, Virginio Caparvi, Donatella Tesei e Riccardo Augusto Marchetti) esprimono il loro disappunto nei confronti della sentenza. «Il comune di Perugia ha fatto bene ad opporsi e non deve scusarsi con nessuno, avendo solo applicato la legge. Riteniamo altresì opportuno e condivisibile che il Comune impugni la sentenza perché, come noto, la questione è stata demandata dalla Corte di Cassazione alle sezioni unite trattandosi dello status di una persona. Auspichiamo che la giustizia faccia il suo corso, ma riteniamo assurdo che un bambino possa essere privato della figura materna o paterna attraverso un semplice atto amministrativo. Come Lega ribadiamo la nostra ferma posizione sul rispetto e l’importanza della famiglia naturale composta, come vuole la Costituzione, da un padre e una madre».

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