Perugia: «La fontana vada in museo»

Il ‘concertone’ è passato, le polemiche no: Vanni Capoccia (Società del mutuo soccorso), lancia una provocazione forte

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Vanni Capoccia

Vanni Capoccia

di Vanni Capoccia
Società del mutuo soccorso di Perugia

Credo che quasi tutte le città europee che avevano nelle loro piazze un capolavoro dell’arte dell’importanza della Fontana Maggiore di Perugia lo abbiano sostituito con una copia. Se questo a Perugia non è avvenuto è perché la Fonte di Piazza ha un valore che va al di là di quello storico artistico. Come anima e segno di una comunità ne ha uno antropologico, tanto è vero che autentico artefice della Fontana e di tutto quello che è stato fatto per portare l’acqua a Perugia è il Popolo di Perugia ed i rappresentanti che si era scelto. Ha una “paternità popolare” come ha scritto Bartoli Langeli.

Perugia concerto radio subasio (1)Questo ha fatto di lei una scultura-totem. Un organismo di pietra vivente dall’alto valore morale che ci parla e parla di noi agli altri. Che proprio perché vivente, non solo è l’immagine della città, ma parte di essa condizionandone la vita. Un legame forte che sentimmo al tempo dell’ultimo restauro: la scelta degli interventi da fare dibattuti pubblicamente, la cupola trasparente per seguire tutte le fasi dei lavori, l’acquisto delle acqueforti per contribuire alle spese. “Ancora insieme nel nuovo millennio” dicevano. Nuovo millennio che stiamo vivendo e che ha visto in questi giorni montare a ridosso della Fontana un mega-palco di quelli in uso per i concerti da stadio.

fontana MaggioreUn palazzo di tubi innocenti allestito senza che la Fontana avesse una benché minima protezione. Sicuramente la ditta che lo ha montato è di alta professionalità e per questo dotata anche di una solida copertura assicurativa perché, da persone serie, sanno che il rischio è sempre possibile. Una consapevolezza della quale sia chi fa parte della giunta comunale, sia tutti i consiglieri comunali hanno dimostrato di essere sprovvisti. Infatti, li abbiamo visti intenti a pubblicare foto del concertone, a rinfacciarsi su chi li ha fatti per primo, mentre nessuno di loro si è posto il problema dei rischi che hanno corso i marmi di Nicola e Giovanni Pisano. Devo dire con amarezza accompagnati in questo disinteresse dagli storici dell’arte delle nostre università e da quasi tutta la cosiddetta élite culturale e sociale della città.

A mia memoria l’asticella di rischio cui è stata sottoposta la Fontana con il concertone di Radio Subasio non è stata mai così in alto. Gli eventi sono come la droga, più ne prendi e più ne hai bisogno. Sono governati da una logica perversa dalla quale non ci libereremo perché sia la soprintendenza, sia chi amministra Perugia e chi gli si fa l’opposizione hanno dimostrato di non volere o di non avere la forza morale di contenerla. Quindi, prima che quest’asticella del rischio venga collocata ancora più insù è indispensabile che Soprintendenza e Comune decidano almeno quali misure di sicurezza debbano essere messe in atto per tutelare la Fontana durante i lavori e, se è necessario, come proteggerla dalle amplificazioni da stadio. Di modo che, chi organizzerà il prossimo avvenimento saprà quello che deve fare e quello cui dovrà sottostare.

Altrimenti, non c’è altra soluzione che seguire l’esempio di tante altre città italiane, smontare la Fontana, toglierla dalla sua Piazza e rimontarla nella sala Podiani della Galleria Nazionale sostituendola con una copia. Certo come comunità saremmo ulteriormente deprivati e sfilacciati, ma si eliminerebbero un sacco di problemi per chi non ha la levatura ideale di affrontarli. In fondo, rotta la copia di una statua se ne fa un’altra, come fondale scenografico per gli eventi una copia della Fontana va benissimo e per i selfie pure.

Se c’è un merito che ha avuto quel palazzo di tubi accanto alla Fontana Maggiore di Perugia è quello di aver messo in evidenza i rischi che la Fontana corre e a nudo le responsabilità di chi ci governa e di chi gli si oppone, della Soprintendenza e di chi vive intorno al mondo dell’arte. Riflettano e decidano sui loro doveri, chi può stabilisca e chi sa indichi a bocce ferme le regole per la salvaguardia della Fonte di Piazza, sapendo che non si può avere la moglie ubriaca e la botte piena e che non ci si può sempre affidare alla buona sorte. E lo facciano rapidamente, prima che sia troppo tardi.

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