Gli ha sparato due colpi dal balcone, lasciandolo ferito a morte nell’area condominiale, poi è rientrato in casa ed ha aspettato che arrivassero le forze dell’ordine: così Antonio Catalano (59 anni) ha ucciso Mirco Paggi (43) nella serata di mercoledì a Perugia, zona Ponte D’Oddi.
LA RABBIA DEI FAMILIARI DELLA VITTIMA PLACATI DAGLI AGENTI
La lite
Il pm che coordina le indagini è Annamaria Greco; a quanto pare ci sarebbe anche un testimone che, dal balcone di casa, avrebbe assistito alla scena. Ma comunque tutto, almeno nella dinamica, è fin troppo chiaro: l’omicida era a casa sua quando è arrivato Paggi (i due si conoscevano), è scoppiata una lite a distanza e a quel punto, in un impeto d’ira, l’uomo, di origine siciliana ma residente da anni a Perugia, avrebbe imbracciato il fucile da caccia e fatto fuoco. Da capire il movente: probabile fosse una questione di soldi. Stando a quanto abbiamo appreso i due uomini avevano alle spalle precedenti giudiziari.
Momenti di tensione
La lunga procedura che ha seguito l’arrivo delle forze dell’ordine sul luogo del delitto è stata contraddistinta da alcuni momenti di tensione. Il primo quando sono arrivati i familiari della vittima (che abitava poco distante e aveva una compagna): in particolare, un fratello è stato placato a fatica dalle forze dell’ordine perché insisteva per forzare il cordone creato attorno al luogo dell’omicidio. Urlava: «Voglio sapere chi è stato». Durante la snervante attesa nei pressi del nastro bianco e rosso che delimita l’accesso, una donna ha avuto un mancamento: le è stata portata una sedia e un po’ d’acqua. Intanto alcuni presenti si chiedevano: «Ma come si fa a sparare a Mirco? Era buono come il pane».
PONTE D’ODDI QUARTIERE POCO SICURO
Un quartiere difficile
A poche ore dall’omicidio, la gente del posto già commentava che ormai la zona fra San Marco, Ponte d’Oddi e Montegrillo è diventata invivibile – e non da ora – vista l’alta presenza di spacciatori e non solo. In più di una circostanza i residenti hanno chiesto che fosse ripristinata la caserma dei carabinieri o attivato il più volte promesso posto interforze. Intanto ci sono accertamenti in corso per capire se l’arma in possesso di Catalano fosse regolarmente detenuta.