Perugia, quelle mense indigeste per Wagué

Contestato all’assemblea pubblica: «No all’esternalizzazione delle mense scolastiche»

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di Rosaria Parrilla

Oltre duecento persone, la maggior parte genitori, hanno partecipato all’assemblea pubblica, che si è tenuta giovedì sera al Cva di Ponte San Giovanni, indetta dai comitati mense per parlare dell’esternalizzazione del servizio refezione. Un incontro organizzato in poco tempo e voluto dopo il muro contro muro con l’amministrazione comunale. Lo scontro nato con l’amministrazione comunale ormai va avanti da mesi. Da quando è stata espressa la volontà di non concedere più ai genitori la possibilità di acquistare il cibo che viene poi cucinato nelle mense scolastiche, ma di appaltare il servizio.

Decisione inaccettabile per i genitori Che, su invito anche della stessa amministrazione, insieme ai comitati mense si sono messi a tavolino per trovare alternative, puntando al risparmio – come chiesto dal Comune – e alla qualità delle derrate a cui non vogliono rinunciare le mamme e i papà dei bambini. Da tempo si susseguono incontri tra i dirigenti comunali competenti e le associazioni dei genitori e i comitati mense che, di fatto, non hanno portato a nulla. I comitati hanno elaborato un documento con tanto di protocollo d’intesa e la richiesta dell’attivazione di una commissione paritetica – per un’effettiva partecipazione degli stessi alle decisioni dell’amministrazione – presentato lo scorso 18 maggio al sindaco Andrea Romizi e all’assessore comunale alla scuola e all’edilizia scolastica, Dramane Wagué, che è stato rigettato in toto dai dirigenti. Nello specifico la richiesta prevede di affidare, come previsto attualmente, l’acquisto del cibo agli stessi genitori che, di fatto – sottolineano – hanno messo in piedi un laboratorio volontario. Ma secondo i tecnici la convenzione non può essere riconfermata in quanto illegale e non fattibile. Mercoledì pomeriggio si è tenuta la commissione con un’audizione, voluta dal consigliere di opposizione Tommaso Bori (Pd) a cui hanno partecipato anche i genitori, che però non ha portato a risultati. Rinviato tutto a martedì prossimo, ai lavori parteciperanno questa volta anche i dirigenti e il sindaco. Mentre il faccia a faccia richiesto da più di un mese con il primo cittadino si terrà lunedì pomeriggio.

L’assemblea pubblica Tra i presenti anche l’assessore Waguè, il sindaco aveva fatto sapere che non ci sarebbe stato. I comitati hanno ribadito quello già detto e ridetto più volte e in più occasioni e con diversi mezzi, sottolineando la poca sensibilità del Comune sull’argomento e il non aver mai riportato dati e valutazioni precise sul no alla loro proposta. Da parte sua l’assessore ha ribadito che c’è bisogno di risparmiare, nello specifico si parla di 250mila euro da tagliare, e che servono più risorse per l’edilizia scolastica. Dalla platea i genitori hanno alzato la voce sottolineando: «ritoccate le tariffe, tagliate qualcos’altro, ma non toglieteci il diritto di sapere cosa mangiano i nostri figli». Per i comitati, insomma, la presa di posizione del Comune è inaccettabile e incomprensibile e sembrerebbe non tenere conto delle esigenze e delle richieste di circa 4mila famiglie, che hanno firmato anche un documento contro l’esternalizzazione del servizio. «Non si capisce – dicono i rappresentanti dei comitati mense – perché alla nostra richiesta di comunicarci le valutazioni tecniche con tanto di dati non ci sia stata data nessuna risposta. Possiamo anche avere idee diverse e l’amministrazione può metterle in pratica, ma almeno deve giustificarle e spiegarle ai genitori, assumendosi così le proprie responsabilità». La settimana prossima si ritornerà a parlare delle mense scolastiche. Ormai diventato l’argomento dell’estate.

Twitter @Ros812007

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