Perugia: «Sfruttare il bando per le periferie»

Filippo Ciavaglia (Cgil) e Cristina Piastrelli (Sunia): «Il Comune non perda l’occasione, ma imiti Terni e partecipi. Ci sono in palio 18 milioni»

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«In una fase di estrema scarsità delle risorse pubbliche per gli enti locali, sarebbe davvero assurdo che il Comune di Perugia perdesse l’occasione rappresentata dal bando nazionale per la riqualificazione urbana e le periferie, rivolto alle città capoluogo». Ad affermarlo sono Filippo Ciavaglia, segretario generale della Camera del lavoro di Perugia, e Cristina Piastrelli, segretario provinciale del Sunia, il sindacato degli inquilini, che sottolineano: «Il Comune di Terni, su sollecitazione della Cgil, ha già aderito al bando che scade il 30 agosto, cogliendo l’importante opportunità offerta». Le risorse disponibili ammontano fino a 18 milioni di euro.

Azioni concrete Il lavoro, la lotta alle povertà e la necessità di ripensare il Welfare urbano garantendo inclusione sociale, sono i tre nodi sui quali il bando offre possibili terreni di intervento. «Un’occasione per le istituzioni di tornare a misurarsi su azioni concrete a beneficio dei cittadini», sottolineano Cgil e Sunia. «Siamo convinti della necessità di costruire con le istituzioni pubbliche e i soggetti privati un ‘Patto per la casa’ nella nostra regione, che parta dall’analisi dei fabbisogni e metta poi in campo una serie di azioni mirate a soddisfare la crescente esigenza di abitazioni, soprattutto dei nuclei familiari numerosi».

L’edilizia Secondo Cgil e Sunia serve prima di tutto «un intervento che favorisca la mobilità interna al patrimonio di edilizia pubblica già esistente. Nel pieno rispetto delle esigenze di ogni nucleo e senza traumi, vanno valutate le situazioni in cui nuclei familiari piccoli occupano abitazioni molto grandi, con conseguenti difficoltà, ad esempio, a far fronte alle spese di riscaldamento. Mentre al contempo è forte la domanda di nuclei familiari numerosi che non trovano una sistemazione adeguata». Un ragionamento che si allarga poi «alla possibilità e necessità di recuperare e sfruttare al meglio il patrimonio edilizio pubblico e privato esistente e attualmente inutilizzato, anche attraverso un sistema di incentivazione all’affitto privato a prezzi calmierati, soprattutto nelle zone più depresse da un punto di vista economico, dove il mercato immobiliare non offre al momento alcun tipo di possibilità vantaggiosa ai proprietari».

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