Perugia, traffico internazionale di droga: 150 arresti

Quasi 300 i chili sequestrati, 40 milioni di euro il valore. Nei guai soggetti della Tanzania e del Burundi, decriptate migliaia di conversazioni in Swahili

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Centoquarantaquattro corrieri arrestati nel corso dei mesi, quattro denunciati in stato di libertà, quasi 300 chili di droga sequestrata (tra eroina, coca, marijuana e Mdma), per un valore complessivo di circa 40 milioni di euro: sono i numeri imponenti della maxi-operazione antidroga, portata a termine dal Nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri di Perugia, che ha permesso di smantellare una «imponente e insospettabile organizzazione» composta da trafficanti di droga a carattere trasnazionale, provenienti per lo più dalla Tanzania. I dettagli sono stati resi noti sabato presso il comando dell’Arma perugino, che nell’attività investigativa ha potuto contare sulla collaborazione anche dei colleghi di Napoli, Caserta e Bologna e che ha messo la parola fine al traffico attraverso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 19 persone, per lo più tanzaniani.

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Le origini dall’indagine

È proprio dal capoluogo umbro che, nell’estate del 2012, ha preso il via un’attivita di polizia giudiziaria nei confronti di un gruppo di spacciatori di nazionalità tunisina, attivi nella zona della stazione ferroviaria di Fontivegge, nella vicina piazza del Bacio e nei pressi della fermata del minimetrò di via Cortonese. Nei loro confronti, tra i mesi di giugno e di ottobre del 2012, venne sequestrata eroina per circa due chilogrammi e tratti in arresto 16 corrieri, di cui cinque italiani. Nella prosecuzione delle indagini, costantemente supportate e dirette dalla direzione distrettuale antimafia della procura, oltre alla collaborazione della D.c.s.a. del servizio per la Cooperazione internazionale di polizia-Divisione SLRE.NE, attraverso lo Scip sulla rete Enfast italiana, polacca, inglese, belga e svedese dell’Europol e di Eurojust, si sono ricostruiti i canali di approvvigionamento dello stupefacente destinato alla piazza perugina, identificando i fornitori intermedi operanti nel casertano, di nazionalità africana (Costa d’Avorio e Nigeria), individuando e arrestando in flagranza, fra questi, un ivoriano di circa 40 anni, affittuario di una villa di proprietà di un esponente del clan dei casalesi.

Gli sviluppi dell’attività investigativa

Monitorando i rifornitori dei pusher perugini, poi, è stato individuato un soggetto tanzaniano, il quale – è stato scoperto – gestiva dal nord della Polonia una fitta rete di trafficanti di eroina in ogni angolo del mondo. Questi, un insospettabile uomo, sposato con una donna del posto e con figli piccoli, riusciva a spostare sistematicamente ingenti partite di eroina dai luoghi di produzione fino alle piazze italiane. Negli anni, partendo dal tanzaniano, è stata svelata una inedita associazione criminale, costituita da soggetti originari oltre che della Tanzania anche del Burundi. Costoro, prevalentemente sconosciuti alla giustizia, solitamente occupati in professioni ordinane (barbieri, commercianti, attori, imprenditori ecc…) conducevano una vita assolutamente modesta, avendo cura di non ostentare mai le proprie, reali (ingentissime) possibilità economiche. È stato dimostrato che l’organizzazione vantava collegamenti in varie nazioni europee e di altri continenti e come fosse ben strutturata e ordinativamente delineata con l’attribuzione di compiti e funzioni precise tra i vari adepti. L’enorme mole degli elementi di prova documentata e le molteplici informazioni acquisite hanno consentito di circoscrivere completamente la struttura gerarchica e conseguentemente delineare in maniera dettagliata – hanno sottolineato i carabinieri – il vincolo associativo, nonché indicare le più significative interrelazioni fra i vari sodali dell’organizzazione, così da avere avuto piena cognizione della struttura associativa, dei componenti dell’organizzazione con funzioni di corriere ed eaparati, dei quadri, dei soggetti in posizione di vertice, dei promotori e capi dell’organizzazione.

I risultati

L’organizzazione criminale, dedita esclusivamente al traffico internazionale di stupefacenti – per lo più eroina – i cui adepti si sono mossi con eccezionale disinvoltura nei più disparati contesti territoriali internazionali, ha realizzato, con cadenza quasi settimanale, un complesso traffico di droga che, grazie ad una capillare rete di collegamenti e cointeressenze in vari paesi europei, e con ‘corrieri’ delle più disparate nazionalità hanno immesso sul mercato italiano enormi quantità di eroina. Sono stati, inoltre, ricostruiti i flussi di comunicazione ed i conseguenti canali di approvvigionamento e smistamento dello stupefacente, decriptando le migliaia di conversazioni in Swahili, spesso intrattenute in linguaggio di strada e criptico, captate tra i vari protagonisti. L’attività investigativa, grazie alla sinergia tra la Direzione distrettuale antimafia, la Direzione centrale per i servizi antidroga e iI reparto del servizio centrale del raggruppamento operativo speciale dei carabinieri, ha permesso nel corso del tempo di portare a termine 105 operazioni in italia ed all’estero, arrestare 144 corrieri e denunciarne altre 4. Oltre 230 i chili di eroina sequestrata, per un valore di 35 milioni di euro, 20 i chili di cocaina, per un valore di 4,2 milioni, 2 i chili di Mdma (120 mila euro), poco meno di 15 chili quelli di marijuana (150 mila euro il valore). Sequestrate anche somme pari a 69 mila euro in Italia e a 177 mila all’estero.

Le rotte

Fino al 2013, i corrieri partivano direttamente dai luoghi di produzione dello stupefacente, Africa orientale, Pakistan, Cina, Laos (eroina grezza in grani), America latina (cocaina nelle varie forme: pasta, liquida ed in polvere). Dopo i primi sequestri, la droga proveniente sempre dai paesi di produzione, veniva stoccata in Turchia, Tanzania, Sud Africa, Brasile, Peru e Bolivia. Da questi Paesi, cambiando di mano, veniva trasportata in verso il nord Europa da dove poi, cambiando ancora una volta di mano, raggiungeva I’Italia utilizzando i mezzi più disparati: aerei, navi cargo, traghetti, treni, pullman, taxi, autovetture private. Successivamente gli organizzatori hanno iniziato ad utilizzare corrieri non più africani ma europei: italiani, greci, spagnoli, bulgari, ungheresi. Per nascondere la droga, esclusi i classici ovulatori, i corrieri utilizzavano sacche di cotone cucite nelle magliette intime, doppi fondi a forma para-stinchi, doppi fondi in calzature, scarpe, ciabatte e sandali, valige rigide e in tessuto, tra queste anche trolley, estintori. Lo stupefacente era refrattario ai raggi X perché confezionato in modo che l’ingombro e la parte integrante del bagaglio ed era resistente all’olfatto dei cani antidroga perché l’involucro era intriso di colla e cosparso di sostanze tipo caffè, peperoncino, zenzero o vaniglia. Parte integrante dell’associazione era costituita dai cosiddetti ‘cucitori’, soggetti che abilmente ricavano i doppi fondi, la cui manodopera è così importante che vengono pagati oltre 1000 dollari per ogni valigia confezionata.

I complimenti del sottosegretario

«Congratulazioni al personale del comando provinciale dei carabinieri di Perugia che ha guidato una maxi operazione antidroga in collaborazione con organismi di polizia nazionali e internazionali» ha scritto in una nota stampa il sottosegretario alla difesa, Angelo Tofalo. «Questo importante risultato conferma ancora una volta la qualità del lavoro svolto dalle nostre forze dell’ordine. È il frutto della professionalità e della dedizione dei carabinieri che nelle loro azioni quotidiane dimostrano sempre straordinarie capacità di indagine e di presidio del territorio, messe in campo per la sicurezza dei cittadini».

Tesei e Romizi

«Voglio rivolgere i miei complimenti, anche come presidente della commissione difesa del Senato, al personale del comando provinciale – le parole della presidente della Regione – dei carabinieri di Perugia, agli organismi di polizia nazionali e internazionali, alla Procura e alla direzione distrettuale antimafia perugina,  per aver condotto  una lunga e complessa operazione che ha portato a sgominare un’organizzazione di trafficanti internazionali di droga. La  loro puntuale azione ha portato a numerosi arresti e al sequestro di un enorme quantitativo di stupefacenti, evitando così che venisse immesso sul mercato. Ancora una volta l’Arma, e tutti gli attori coinvolti,  si sono dimostrati esempio di professionalità nello svolgimento del loro ruolo di controllo, difesa e garanzia del territorio. Per questo gliene siamo profondamente grati». Anche la giunta comunale si espone in merito: «A nome della città – sottolinea il sindaco – vorrei ringraziare i carabinieri e la Procura della Repubblica per questa brillante e massiccia operazione che conferma per l’ennesima volta la straordinaria professionalità dei componenti delle forze dell’ordine e l’attenzione da loro rivolta al territorio con l’obiettivo di garantire la sicurezza e la tutela dei nostri concittadini. Questa operazione, che ha richiesto uno sforzo importante, è frutto di un lungo e minuzioso lavoro di indagine, avviato diversi anni fa e che oggi trova il meritato compimento; come amministrazione comunale continueremo a lavorare a stretto contatto con tutti i corpi delle forze dell’ordine per cercare di riqualificare le aree oggi in sofferenza e per restituire ai nostri concittadini luoghi sicuri, piazze, vie, parchi, da destinare alla socializzazione».

 

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