Processo ‘falsi ciechi’: assolti in due a Terni

Un 76enne ed una 52enne erano finiti nei guai dopo che la Finanza li aveva filmati mentre attraversavano la strada o andavano in bici

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Assolti perché ‘il fatto non sussiste’. Si è chiuso giovedì pomeriggio di fronte al tribunale monocratico di Terni – giudice Barbara Di Giovannantonio – il processo di primo grado nei confronti di un pensionato 76enne ed una 52enne telefonista in un ente pubblico, entrambi ternani, finiti nei guai nel 2013 a seguito dell’indagine ‘Miracolo’ della Guardia di finanza di Terni. La pubblica accusa aveva chiesto condanne pari a 6 mesi di reclusione e 300 euro di multa per entrambi.

Filmato mentre attraversa la strada

L’indagine I due erano accusati di truffa ai danni dello Stato, in particolare l’Inps, per aver ottenuto lo status di ‘ciechi assoluti’, percependo le relative indennità, pur continuando a compiere, da soli, normali azioni quotidiane come attraversare la strada, andare in bici o guardare l’orologio da polso.

Indennità dissequestrate Fra le misure scattate al tempo, c’era stato il sequestro delle indennità di accompagnamento percepite dai due fra il 2008 e il 2013 – poco meno di 50 mila euro a testa – che il giudice, con la sentenza emessa giovedì, ha contestualmente dissequestrato e quindi restituito.

I legali Soddisfatti i legali difensori dei due, gli avvocati Massimo Oreste Finotto per la donna e Lamberto Palazzari per l’uomo. «Esprimo particolare soddisfazione – afferma l’avvocato Finotto – per il risultato ottenuto ma anche per l’equilibrio dimostrato dal giudice che ha recepito la linea difensiva anche attraverso la perizia disposta in fase dibattimentale. È stato un processo complesso e difficile anche per i numerosi risvolti medico legali che sono stati comunque tenuti ben distanti da qualsiasi tentazione da ‘caccia alle streghe’ che può caratterizzare vicende come questa. Sin dall’inizio abbiamo espresso massima fiducia nella magistratura ed il tribunale ci ha permesso di chiarire con serenità ed in tranquillità la posizione della mia assistita. Va dato atto anche della grande correttezza dei periti incaricati dal giudice e del nostro perito di parte, il professor Bacci». Per l’avvocato Palazzari «in sede dibattimentale il giudice ha accolto le tesi difensive ed anche le risultanze sulla veridicità della malattia che affligge il mio assistito. Non c’è stata alcuna truffa e le indennità sono state legittimamente percepite».

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