Prosegue il ‘ping pong’ di sentenze da parte della giustizia amministrativa in merito al ruolo di procuratore capo di Terni ricoperto dal magistrato Alberto Liguori. Quest’ultimo, lo scorso aprile, si era visto ‘restituire’ l’Ufficio dal Consiglio di Stato che aveva accolto il ricorso dello stesso Liguori contro il ‘no’ del Tar del Lazio alla richiesta di sospensiva – avanzata dal magistrato di origini calabresi – della delibera con cui nel gennaio del 2023 il Csm aveva deciso di non confermarlo alla guida della procura di Terni. Da quel punto in poi il Csm aveva revocato ogni costituzione in giudizio e l’accoglimento del ricorso da parte del Consiglio di Stato, ad aprile, aveva rappresentato un importante punto in favore di Liguori. Ora c’è una nuova sentenza, questa volta nel merito, e il Tar del Lazio – nella sostanza – torna ad affermare che la non conferma di Liguori nel ruolo di procuratore di Terni, decisa dal Csm, era corretta. Lecito chiedersi cosa accada ora sul piano operativo – appare possibile un ritorno di Barbara Mazzullo alla guida della procura in qualità di sostituto ‘anziano’ – oltre ad una prevedibile e ulteriore impugnazione, d’urgenza e nel merito, anche di questa sentenza di fronte al Consiglio di Stato.