Profughi in Umbria: «Da agosto solo in 50»

I prefetti di Perugia e Terni hanno fatto il punto con la prima commissione del consiglio regionale: «Alla fine di ottobre in totale erano 3.143»

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Alla fine di ottobre, i profughi presenti in Umbria «erano 3.143, di cui 2.272 a Perugia e 871 a Terni; i comuni coinvolti nell’accoglienza sono 32 in provincia di Perugia e 17 in quella di Terni; si continua a lavorare con il modello dell’ospitalità diffusa, escludendo i comuni sotto i mille abitanti e quelli colpiti dal terremoto; da agosto in Umbria sono arrivati solamente 50 migranti; la spesa per l’accoglienza prevista per il 2017 è di quasi 27 milioni di euro; delle richieste di asilo ne vengono accolte meno della metà». In sintesi è questo il quadro emerso dall’audizione – nella prima commissione del consiglio regionale, dei prefetti di Perugia, Raffaele Cannizzaro, e Terni, Paolo De Biagi.

Raffaele Cannizzaro

Perugia Il prefetto Raffaele Canizzaro, ha spiegato che «si continua a seguire il criterio di ripartizione tra le due province rispettivamente del 75 e 25 percento. 2.699 migranti provengono dagli sbarchi, di cui 2.032 accolti a Perugia e 667 a Terni, e 444 sono quelli presenti in progetti Sprar, di cui 240 a Perugia e 204 a Terni. Per quanto riguarda la ripartizione in ambito
comunale, ricordo che gli 11 comuni colpiti dal sisma 2016 sono rimasti esclusi dall’accoglienza dei migranti, ad eccezione di Spoleto che già ne aveva precedentemente e a cui non è stato chiesto alcun ulteriore impegno. Oltre a quelli colpiti dal terremoto, sono 16 i comuni della provincia di Perugia che non hanno migranti».

Cambio di politica Il 2017, ha ricordato Cannizzaro, «è stato un anno a due facce per l’arrivo dei migranti: a fine luglio c’è stata una mutata politica nella gestione dei flussi e degli arrivi che ha portato ad una netta inversione di tendenza negli arrivi dei migranti. Nei primi sette mesi dell’anno c’è stato un aumento tendenziale spaventoso, che ci aveva indotto a prevedere un aumento di presenze di oltre mille profughi, e ci aveva portato a bandire una gara per oltre 2.700 ospiti, che poteva arrivare ad un sistema di accoglienza superiore alle 3.500 unità. Cosa che poi fortunatamente non si è avverata e quindi non è stato necessario chiedere disponibilità ad ulteriori comuni da luglio. Da agosto in poi, con il sostanziale fermo negli arrivi, all’Umbria sono stati assegnati solamente 50 migranti, di cui 38 a Perugia e 12 a Terni».

L’Ostello di Ponte Felcino

Gli ‘hub’ La città di Perugia, he detto ancora il prefetto, «dove tradizionalmente vi è il carico maggiore, viene progressivamente
alleggerita: in qualche periodo il comune di Perugia ha avuto anche 1.400 persone, ora ne ha circa mille. Comunque nel tentativo di aggiungere ulteriori comuni, alcune amministrazioni hanno avuto una dichiarata disponibilità di maniera che poi si trasformata in un atteggiamento di chiusura totale. Da tre anni è stato utilizzato l’ostello di Ponte Felcino come una sorta di hub per gestire gli arrivi più consistenti, che poi venivano distribuiti nel territorio con il metodo dell’ospitalità diffusa. Ma con gli arrivi massicci questo sistema ha creato qualche problema a Ponte Felcino. Per questo abbiamo provveduto a duplicare il sistema di accoglienza immediato con una struttura a Foligno e una altra, occasionale, a Perugia. Mediamente in ambito provinciale la presenza dei migranti non supera lo 0,35 per cento della popolazione».

I numeri Per quanto riguarda il numero di richiedenti asilo, «da quando ha iniziato a funzionare la sezione della Commissione per la valutazione delle richieste di asilo, quindi da inizio 2015, le procedure in carico sono 5.165 e sono state trattate 3.573, di cui 2.540 rigettate. Quindi la percentuale di accoglimento è del 20-25 per cento, che sale al 40-45 a seguito dei ricorsi. La spesa per l’accoglienza nella provincia di Perugia nel 2014 è stata di 2,8 milioni di euro, nel 2015 di 5,2 milioni, nel 2016 di 16,5 milioni, per il 2017 ad oggi è di 15,3 milioni di euro che arriveranno intorno ai 18 milioni a fine anno».

Paolo De Biagi

Terni Il prefetto Paolo De Biagi ha spiegato che «attualmente sono presenti 871 migranti provenienti dagli sbarchi, di cui 204 sono inseriti nel sistema Sprar e 667 ospitati nelle strutture di prima accoglienza che sono spalmate su 17 comuni. I 204 del sistema Spar sono ospitati in 9 comuni, 2 dei quali senza prima accoglienza. Quindi nella provincia di Terni, complessivamente, abbiamo 19 comuni su 33 coinvolti, il 57 per cento, un indice di accoglienza superiore alla media nazionale che è del 40 per cento. Inoltre i comuni di Calvi dell’Umbria, Otricoli e Montegabbione hanno progetti Sprar in via di decollo. Quindi arriveremmo a 22 comuni, pari al 66 per cento. Un risultato ragguardevole consentito dal modello scelto dell’accoglienza diffusa sul territorio e in strutture abbastanza piccole».

I dettagli I 667 stranieri ospitati nel sistema di prima accoglienza, «di cui solo 53 donne, sono collocati in 101 strutture, quindi la media è 6 unità ogni struttura. La maggior parte è ospitata in appartamenti, garantendo un minore impatto sul territorio che permette di superare quel minimo di diffidenza che c’è nella popolazione. Un modello vincente e da portare avanti. 871 migranti richiedenti asilo segnano una presenza dello 0,38 per cento rispetto alla popolazione residente nella provincia di Terni. Considerando poi che ci sono 23 mila residenti stranieri, di cui 13 mila extracomunitari, la percentuale dei migranti è rispettivamente del 3,7 e del 6,7. Quindi c’è un’incidenza minimale dei migranti provenienti dagli sbarchi. L’ultimo bando per l’accoglienza della scorsa estate per 900 posti, ha visto dieci soggetti partecipanti, e i primi sette hanno esaurito i posti messi a bando. Nel 2014 la spesa per l’accoglienza è stata di 1,7 milioni di euro, nel 2015 di 3 milioni, nel 2016 di 5,8 milioni, la
previsione per il 2017 è di circa 8,8 milioni di euro».

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