Quarantene ‘infinite’: «Noi chiusi in casa ma la Usl non ci chiama per fissare il tampone»

Umbria – L’ondata di contagi ha preso in contropiede il sistema sanitario regionale. La testimonianza di Mario: «Molto da rivedere»

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di Francesca Torricelli

Isolamento di 7 giorni, no di 14 giorni, ah no di 10 giorni con tampone molecolare negativo. Forse qualche giorno in meno se, giocando a Monopoli durante le feste natalizie, hai pescato la carta ‘esci gratis di prigione’. Si scherza per esorcizzare una fase tragicomica della nostra vita, ma purtroppo c’è poco da ridere. Anche l’Umbria si ritrova a combattere una nuova ondata pesante del virus segnata dalla variante Omicron. Molte, moltissime le famiglie in quarantena: chi per positività, chi per contatto, chi per l’amico dell’amico positivo. Fin qui tutto più o meno in linea con il resto del Paese, se non fosse però che in Umbria le persone si sentono un po’ abbandonate a se stesse da un servizio sanitario regionale in crisi.

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La quarantena

Come nel caso di una famiglia di Terni, da prima di Natale chiusa in casa senza sapere cosa fare. «Io, mia moglie e mio figlio siamo bloccati in un limbo senza uscita, ma non siamo sicuramente gli unici», racconta Mario ad umbriaOn. «Mio figlio ha fatto un tampone molecolare il 23 dicembre perché già in quarantena preventiva a causa di un contatto con positivo a scuola. Il 24 il referto di mio figlio è risultato positivo, quindi ci siamo messi tutti e tre in quarantena, noi due genitori senza tampone. Io ho la terza dose di vaccino, mia moglie la seconda e sapevamo che saremmo dovuti rimanere in isolamento preventivo per 14 giorni, ma il 27 dicembre è uscita la notizia che per i vaccinati a contatto con positivo bastavano 7 giorni di quarantena e un molecolare negativo per tornare liberi e riprendere a lavorare. Allora abbiamo contattato il nostro medico di famiglia per chiedergli come dovevamo muoverci e la risposta è stata assurda».

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Come uscire?

Il medico di famiglia, ovviamente non è sua la responsabilità, «ci ha detto che deve essere la Usl, al termine dei giorni di quarantena preventiva, a contattarci e fissarci un appuntamento per un tampone molecolare. Noi non possiamo uscire fino al risultato negativo, nemmeno per andare in farmacia o in un centro privato per effettuare il tampone. Il nostro medico ci ha detto anche di metterci l’anima in pace perché la Usl è molto indietro con le telefonate a causa dell’elevato numero di positivi e delle festività natalizie di mezzo, quindi potrebbero chiamarci anche oltre i 7 giorni. E nel frattempo? Noi siamo chiusi in casa anche se negativi? Lasciamo il nostro lavoro ‘appeso’ perché non sappiamo se possiamo uscire? Tutto questo non è normale, va bene che la Regione rivede i tempi di quarantena per i vaccinati – osserva Mario – ma deve anche dare gli strumenti per permetterci di poter effettuare tamponi in sicurezza e darci la possibilità di tornare liberi se negativi. No, cosi non va bene. Cosi sarà tutto lento, bloccato, per sempre. Noi chiusi in casa anche se negativi e magari asintomatici positivi in giro perché non avendo necessità di fare tampone, non sapranno mai di aver contratto il virus? Bene, ma non benissimo. Diceva qualcuno».

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