Cura tumori, nuovo acceleratore a Terni

È innovativo e sostituirà uno dei due presenti all’ospedale. «Aumenta qualità, quantità e sicurezza». Destinato alla radioterapia oncologica, costo 2,5 milioni di euro

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Il rinnovamento tecnologico e il potenziamento della rete oncologica tocca anche Terni. Anche il ‘Santa Maria’ sarà presto dotato di un acceleratore lineare innovativo: lo annuncia l’assessore regionale alla sanità Luca Barberini: l’investimento è di 2,5 milioni di euro.

La novità

L’acceleratore consentirà il trattamento radioterapico di pazienti oncologici e il via libera all’acquisto – fondi dell’azienda sanitaria e cofinanziamento regionale – è arrivato da parte della giunta: «Sarà destinato – spiega Barberini – alla struttura complessa di radioterapia oncologica di Terni che, nel 2018, ha assistito oltre 1200 pazienti, con un aumento rispetto agli anni precedenti. La nuova apparecchiatura è molto evoluta e dotata dei più recenti avanzamenti tecnologici. Unisce le proprietà di un acceleratore lineare a intensità modulata a quelle di uno scanner elicoidale, consentendo di aumentare l’efficacia clinica dei trattamenti radioterapici, con un grado minore di tossicità e la massima tutela dei tessuti sani. Risulta particolarmente efficace nella cura delle neoplasie alla prostata, alla testa, al collo, al polmone al cervello e al pancreas».

Settore strategico

L’assessore regionale sottolinea inoltre che «l’innovativo macchinario sostituirà uno dei due acceleratori lineari attualmente in uso all’ospedale di Terni, con l’obiettivo di aumentare la qualità, la quantità, la sicurezza e la tempestività delle prestazioni. Oltre a potenziare e qualificare maggiormente l’azienda ospedaliera di Terni, consentirà di rafforzare ulteriormente il settore della radioterapia umbra, che è strategico per la cura dei tumori. In particolare, il blocco della radioterapia, della medicina nucleare e della Radiologia diagnostica e interventistica dell’ospedale di Terni rappresenta un punto di forza della sanità umbra, con capacità di attrarre pazienti anche da fuori regione, soprattutto da Lazio, Marche e Toscana. Questa nuova acquisizione – conclude – s’inserisce, dunque, nell’ottica del potenziamento della Rete oncologica regionale (Ror), un’eccellenza al livello nazionale, oltre che nel percorso di rinnovamento tecnologico, avviato da tempo dalla sanità umbra, per dare risposte sempre più adeguate ai bisogni di salute dei cittadini ed elevare la qualità del sistema sanitario regionale»

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