Rifiuti dal Lazio: «Gestione scellerata»

Dura presa di posizione del comitato Amici della Terra: «Questa non è solidarietà, bensì complicità nella mala gestione dei rifiuti»

Condividi questo articolo su

Duecento cinquanta tonnellate al giorno, per almeno 60 giorni. Che fa 18 mila tonnellate totali di scarti indifferenziati.

Incendio a Viterbo La Regione Umbria apre le porte ai rifiuti laziali, quelli di Viterbo almeno, dopo l’incendio che lo scorso fine settimana ha interessato la discarica di Casale Bussi. E per motivi di ‘praticità’ e vicinanza, a dover accogliere i camion provenienti da fuori regione sarà la discarica Le Crete di Orvieto. Dopo l’annuncio fatto dal prefetto di Viterbo Nicolò D’Angelo, mercoledì sono arrivate le rassicurazioni ufficiali dell’assessore all’ambiente Fernanda Cecchini e del sindaco di Orvieto Giuseppe Germani. «Nessuna volumetria residua sarà occupata dai rifiuti del Lazio – si sono affrettati a specificare – perché si tratta di stoccaggio temporaneo e trattamento».

L’accordo, che sarà stipulato con l’Auri, dovrà prevedere che in alcun modo siano condizionate le disponibilità e le modalità operative del gestore, l’Acea, rispetto alla gestione dei rifiuti urbani nel territorio regionale. La tariffa di accesso all’impianto non sarà minore a quella applicata agli utenti dell’Ati4 e dovrà contenere anche un’indennità di disagio ambientale per il comune di Orvieto. I maggiori proventi relativi al trattamento dei rifiuti extra-regione saranno rivisti nel piano economico finanziario per poter stabilire la tariffe future, mentre ogni settimana ci sarà un rendiconto dell’immondizia in entrata e in uscita da Le Crete.

Mala gestio Eppure, solo qualche mese fa, per bocca della presidente Marini erano state annunciate vere e proprie barricate alla sola ipotesi che l’impianto orvietano potesse ospitare i rifiuti romani. E proprio su questo punto battono i comitati ambientalisti. «Sono sconcertanti le dichiarazioni dei governi Pd delle regioni Lazio e Umbria – afferma Monica Tommasi, presidente dell’associazione Amici della Terra onlus – che dopo tante polemiche con la Raggi e i grillini finiscono per assecondare il malgoverno di Roma accettando quantitativi crescenti di immondizia romana. Ma non si tratta di solidarietà, bensì di complicità nella mala gestione dei rifiuti».

Impianti «Far circolare la ‘monnezza’ per chilometri e chilometri – prosegue la Tommasi –  fra impianti inadeguati delle regioni, con la segreta speranza che nel corso dei viaggi si disperda miracolosamente, è l’incredibile interpretazione che questi governanti danno dell’economia circolare.  Purtroppo i sindaci delle poche località che hanno colpevolmente accettato di sfruttare le discariche sul proprio territorio oltre ogni limite continuano a piegare la testa giustificando in maniera ridicola l’inettitudine dei governi regionali: tutti sanno che non c’è niente di temporaneo, non si stratta di una crisi ma di una mala gestione endemica dei rifiuti a Roma, nel Lazio e in Umbria».

Economia circolare «E’ a questo risultato che portano le irresponsabili opposizioni agli impianti di gestione adeguati, compresi gli inceneritori – conclude la Tommasi – che i governi regionali hanno espresso negli anni. Impianti adeguanti avrebbero risolto stabilmente e utilmente il ciclo dei rifiuti evitando i gravissimi incidenti che si stanno ripetendo con frequenza allarmante nell’ultimo mese come gli incendi a Pomezia, a Viterbo e a Le Crete. I quantitativi di emissioni inquinanti emessi a causa di questi incidenti in pochi giorni non sarebbero stati emessi da impianti controllati e tecnologicamente avanzati nemmeno in trenta anni di funzionamento».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli