Rifiuti: «Grave silenzio su Borgogiglione»

Perugia, via vai di camion che portano fuori rifiuti e percolato. Chi pagherà? Manifestazione di protesta sabato 13 maggio

Condividi questo articolo su

di L.P.

La situazione è stagnante ma, non per questo, desta meno preoccupazioni. Dopo qualche settimana di silenzio, sul versante rifiuti, torna a parlare l’Osservatorio Borgogiglione.

La discarica

L’Osservatorio Loro la discarica e le sue dinamiche la conoscono bene, ci vivono a pochi metri di distanza. E, spesso, partono i sopralluoghi, l’ultimo dei quali appena qualche giorno fa. Quali novità? «Nessuna – risponde Lucio Pala, presidente dell’Osservatorio – proprio per questo siamo allarmati. La discarica è ferma, i rifiuti finiscono fuori regione e i costi extra, stimati sui quasi 6 milioni di euro, sulle spalle di chi ricadranno? Sono domande per cui pretendiamo delle risposte, non si può continuare a fare finta di nulla».

Sopralluogo Anche se la discarica è ferma, durante l’ultimo sopralluogo, accompagnati dal nuovo direttore Ennio Spazzoli, i ventilatori sono restati accesi per tutto il tempo. Da marzo Borgogiglione, gestita da Tsa, non riceve più rifiuti. Soltanto un via vai di camion, ogni giorno, trasporta immondizia e percolato dentro e fuori regione «con un aggravio di spesa di svariati milioni di euro che, ancora oggi, nessun amministratore regionale o comunale, ha chiarito chi pagherà. E’ una situazione drammatica e, la cosa più sconvolgente, è il silenzio di tutti gli enti preposti. Come se fosse normale».

Il blitz della forestale a novembre 2016

La discarica Le celle, quelle per gli scarti umidi selezionati nell’impianto di Ponte Rio, a Perugia, sono tutte piene. Ma non si può aumentare il numero fino a che non si superano i test Arpa. E poi, i ventilatori. Messi a supporto della biostabilizzazione finora hanno raggiunto solo un risultato: quello di far vivere un inferno ai residenti del circondario. «Ventiquattro ore su ventiquattro, qui sembra di stare vicino a un aeroporto tanto è forte il rumore. Abbiamo chiesto all’Arpa di monitorare i decibel perché, secondo noi, anche in quel caso ci sono degli sforamenti. E la stessa Arpa, insieme alla Regione, avevano negato il consenso all’entrata dello scarto dei rifiuti organici non compostati a Pietramelina e tengono bloccata l’Autorizzazione ambientale per quell’impianto, gestito dalla Gesenu».

Chi paga? Poi c’è la parte che ospita i rifiuti indifferenziati, ancora sotto blocco per via dell’inchiesta della procura perugina. «Anche l’impianto di trattamento del percolato è fermo da un anno in attesa dei lavori di risistemazione. E lo stesso direttore Spazzoli non ha saputo dirci né quando né come saranno fatti questi lavori. Nel frattempo il percolato viene portato fuori regione, in Toscana, e ogni camion che parte? Chi paga? Qualcuno sta tenendo i conti di questa gestione disastrata dei rifiuti in Umbria? Se l’impianto non funziona qualcuno deve prendersi delle responsabilità. L’assessore regionale che dice?».

Borgogiglione

Il silenzio «La visita ci ha confermato che l’Umbria dei rifiuti sta attraversando una crisi profonda e che i nostri decisori politici non sanno come uscirne». Per questo è stata organizzata una manifestazione sabato 13 maggio, con sopralluogo alla discarica. Per riportare l’attenzione su questo tema e su quella che, ormai, sembra l’unica soluzione percorribile, vista la scarsa certezza sulla discarica di Orvieto e sugli inceneritori di Terni, cioè incentivare i centri di ricerca tecnologici e puntare sul riciclo con una seria raccolta differenziata.

Cuore verde «Ma quel che oramai è diventato un vero insulto all’intelligenza dei cittadini e uno sfregio al ‘Cuore verde d’Italia’ è che nella Perugia del vicesindaco ambientalista Barelli e in gran parte della chiacchierona Umbria la raccolta dei residui organico-umidi non ritorna alla terra come fertilizzante naturale, non serve a null’altro se non ad aumentare i profitti delle imprese partecipate che nei vari ambiti territoriali si sono accaparrate la gestione del servizio. Tutto questo è drammatico ed è tempo – conclude Pala – che i cittadini facciano da soli e in tutte le forme possibili il compostaggio e mandino a casa l’assessore all’ambiente della Regione ed alcuni suoi dirigenti, tanto potenti quanto irresponsabili».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli