Rifiuti: «Il Comune è stato inadempiente»

Perugia, le reazioni dopo il consiglio grande: Cecchini vs. Barelli. Il coordinamento Rifiuti zero: «Bene il dibattito ma ora cambiare strada»

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«Il consiglio grande sui rifiuti non rimanga solo parola morta». Il coordinamento regionale Umbria Rifiuti zero traccia un bilancio, dopo l’appuntamento della scorsa settimana in consiglio comunale, su quanto ancora è lunga la strada per una gestione più sostenibile del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti a Perugia e nell’ormai ex Ati2.

Il consiglio grande a Perugia

L’assemblea «Il consiglio grande ha smosso le acque e siamo soddisfatti di averlo richiesto, – confermano dal coordinamento – fa parte della nostra attività di volontari, purché, però, il dibattito abbia la sua concretizzazione nel miglioramento del servizio e non rimanga arido intorno alle schermaglie estive tra due frazioni politiche». Frazioni o, forse meglio, frizioni. Di certo le parole ‘spese’ dal vicesindaco Barelli durante il consiglio non sono cadute nel vuoto e la reazione della Regione, per bocca dell’assessore Cecchini, non si è fatta attendere.

Urbano Barelli

Comune vs. Regione Se Barelli, infatti, aveva parlato di ‘colpe’ della Regione e dell’Arpa per i mancati controlli su Gesenu, la Cecchini ci tiene a ricordare al vicesindaco che la giunta regionale è stata sempre al fianco del comune di Perugia, socio al 45% della partecipata. Solo la magistratura, poi, potrà accertare eventuali responsabilità in capo ad altri enti. In queste scaramucce, il coordinamento sottolinea come «permangono dubbi sul peso effettivo di questo 45% detenuto dal Comune di Perugia in Gesenu, sembra incredibile che con quella quota non si riesca a controllare l’andamento».

Il servizio ‘Raccoglincentro’

Comune inadempiente anche su altri fronti. Dal momento che la delibera dello scorso anno della giunta regionale fissava alcuni obiettivi rimasti su carta per quanto riguarda Perugia. «La differenziata è ferma al 60% dal 2013, il porta a porta per l’organico riguarda solo il 6% della popolazione, senza tariffa puntuale. Possiamo dire che il comune di Perugia è inadempiente, nonostante come cittadini paghiamo per questo servizio una delle tariffe più alte d’Italia, 247 euro ad abitante contro i 168 della media italiana. Allora perché – ci si domanda – se gli obiettivi non sono stati raggiunti la Regione non ha nominato un commissario ad acta come si leggeva nella stessa delibera?».

Efficienza e tariffe La strada da fare, dunque, è ancora lunga. «L’appello che ci sentiamo di fare – concludono –  è di continuare questo dibattito ma con un obiettivo, migliorare il servizio. Cosa che finora non è stata mai fatta. E, come cittadini, ci aspettiamo anche un notevole abbassamento delle tariffe anche prima che si possa concludere la vicenda giudiziaria in cui è coinvolta la Gesenu».

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