Perugia, caos rifiuti: caccia ai ‘responsabili’

Tanti temi caldi al consiglio grande, che restano solo parole. Porta a porta in centro: solo il 20% utilizza i mastelli, Pietramelina pronta a riaprire

Condividi questo articolo su

Tariffazione puntuale, raccolta differenziata col sistema porta a porta in tutta la città, qualità della stessa, tutela dell’ambiente e della salute umana e nessun business sui rifiuti.

Le associazioni al consiglio grande

Il dibattito Come un evento atteso ormai da troppo tempo da parte di cittadini e associazioni ambientaliste, il consiglio grande se ha avuto il merito di far ascoltare, forzatamente, il punto di vista ‘altro’ della città al sindaco Romizi e al vicesindaco Barelli – al centro delle polemiche negli ultimi due anni –  dall’altro, però, è risultato un po’ fuori tempo. Al centro del dibattito temi su cui, forse, l’amministrazione doveva affrontare con la città nei mesi passati, quelli del ‘caos’, dell’inchiesta giudiziaria che ormai volge a termine, dell’interdittiva antimafia e del passaggio delle quote da Cerroni a Paoletti.

L’intervento di Rosetti, M5S

Inefficienze e mancati controlli Se da un lato il sindaco, presente e attento per tutta la durata, non ha aperto bocca, a indicare tra i responsabili dei mancati controlli – e della situazione critica in cui si è venuta a trovare Perugia sotto la gestione Gesenu – Arpa e Regione è stato il vicesindaco Barelli. «Le connivenze sono state a tutti i livelli, invece –  ha tuonato la capogruppo del M5S Cristina Rosetti – con inefficienze che, spesso, sono divenute ipotesi di reato. Con extracosti che ora, proprio a causa di quelle inefficienze, graveranno, di nuovo, sulle tasche dei cittadini dal momento che il comune contribuisce in Gesenu per 41 milioni, che diventeranno ora 43 con gli smaltimenti extraregione. E il privato, in questa partita, gioca con le spalle coperte, senza rischio di impresa e scaricando i costi sula fiscalità generale. Davanti a questo il comune, socio al 45%, è sempre rimasto a guardare».

Luciano Piacenti, direttore impianti Gesenu

Raccolta differenziata C’è poi un altro tema che, ancora oggi, risulta scottante. E’ quello della raccolta differenziata che, a Perugia, è di scarsa qualità oltre che poco avviata, fuori dal centro storico. Se il 65% della differenziata finisce in discarica, che senso ha usare mastelli in centro storico e permettere il pendolarismo dei rifiuti? Ma le lacune non finiscono qui, come ha ricordato il dirigente Massimo Pera «dei circa 3.500 mastelli distribuiti in centro storico, solo il 20% viene messo fuori dalle abitazioni» Non solo, sempre secondo l’azienda i controlli, circa 1.700 ad oggi, hanno portato solo a elevare 160 sanzioni per chi conferisce male.

Gesenu e gli impianti A ribadire come, già affermato dal vicesindaco Barelli, che la società sta lavorando per un suo rilancio e bonifica e, allo stesso tempo, per garantire i livelli lavorativi è stato anche il direttore degli impianti di Gesenu, Luciano Piacenti. «Gli impianti – ha detto – sono un tema caldo, sappiamo che nella gerarchia europea della gestione dei rifiuti la discarica è sicuramente in fondo ma c’è un transitorio che dobbiamo gestire e nonostante le difficoltà importanti vorrei far notare che il servizio non si è mai interrotto». «Sia su Ponte Rio che su Pietramelina -ha ribadito- Gesenu ha dei progetti importanti: Pietramelina è stata oggetto di un profondo ravamping e stiamo aspettando che la regione ci dia l’ok per partire. La settimana scorsa -ha annunciato- Arpa ha effettuato un sopralluogo che ha dato esito positivo, quindi siamo nell’imminenza che la regione ci dia l’autorizzazione ad aprire. Per Ponte Rio procederemo ad una rifunzionalizzazione dell’impianto e ad un miglioramento anche dell’estetica, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Design».

Urbano Barelli e Andrea Romizi in consiglio

Responsabili In una situazione che, per alcuni, viene definita ancora «critica se non emergenziale», le colpe, secondo il vicesindaco Barelli, dunque vanno rintracciate in un piano regionale dei rifiuti che deve essere aggiornato e con l’Auri che deve iniziare a fare il proprio lavoro. Nessuna probabilità, ieri come oggi, per riportare in mano pubblica la gestione dei rifiuti, anche se non sono mancate stoccate per ricordare all’amminsitrazione, socio pubblico di Gesenu, che «davanti a inefficienze e a un socio privato che non rispetta il contratto – come ha ribadito Lucio Pala dell’Osservatorio Borgo Giglione – non si siano fatte valere le clausole di garanzia previste dal contratto. A me fa ridere – ha concluso – che oggi gli amministratori cercano di passare come vittime di una mala gestione, di cui ora si sta occupando la Procura, senza mai pensare di poter cambiare direzione».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli