Sanità e polemiche: chiuso il caso Asl-Pd

L’assessore regionale Barberini replica a Nevi (FI) che lo aveva sollevato: «Procedura regolare» e il forzista concorda: «Chiacchiere che andavano in giro»

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Raffaele Nevi

Il caso lo aveva sollevato il presidente del gruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Raffaele Nevi, usando toni apocalittici: «Le notizie che arrivano da Spoleto sulla gestione della Sanità sono semplicemente raccapriccianti e il segno, casomai ci fosse bisogno di altre conferme, che si continuano a mischiare logiche politiche con la gestione dei reparti». Faceva riferimento al trasferimento dalla Asl 1 alla Asl 2 del neo-eletto segretario del Pd di Spoleto: fatto che, secondo Nevi, era «la dimostrazione di una gestione completamente piegata ai voleri della politica. È deprimente leggere queste cose che sono veramente espressioni di vecchia politica».

Luca Barberini

La spiegazione Della cosa si è discusso nel corso della seduta del consiglio dedicata al question time, e l’assessore Luca Barberini ha detto che «la procedura è perfettamente a norma. La persona cui si fa riferimento è dipendente a tempo indeterminato dalla Asl 1 dal 7 gennaio 2015. Il contratto collettivo di lavoro dispone che per comprovate esigenze di servizio la mobilità del dipendente può essere attuata attraverso il comando. La Asl 2 ad ottobre 2016 aveva rappresentato la necessità di coprire transitoriamente la figura che si occupava di conseguire e valutare gli obiettivi di performance nel settore economico-finanziario dell’azienda, specificando che gli serviva in via del tutto straordinaria perché la persona che si occupava di questo settore era andata in quiescenza e nel frattempo sarebbero state avviate le procedure selettive per coprire il ruolo. Alla luce di questo, il 14 dicembre 2016, quindi molto prima della nomina cui lei fa riferimento – ha replicato Nevi – è stato concesso il nullaosta per il comando a decorrere dal primo febbraio 2017. Procedure di questo tipo sono assolutamente normali e rituali nel servizio sanitario regionale: ne vengono realizzate almeno una trentina l’anno in ogni azienda. Tra l’altro il dipendente non va a lavorare a Spoleto ma a Terni».

Caso chiuso Nella sua replica Nevi si è detto soddisfatto della risposta «perché questa interrogazione è stata fatta per fugare chiacchiere che vanno in giro. Non sembra questo il caso, e io sono felice per la credibilità delle istituzioni e delle Asl. Noi vigileremo sulla transitorietà del trasferimento».

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