Sanità, sindacati: «Stop giochi di potere»

Cgil, Cisl e Uil Umbria: «La politica dovrebbe occuparsi più dei problemi della popolazione. Pronti a dare il nostro contributo»

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di Cgil, Cisl e Uil Umbria

La crisi di giunta che si è determinata nella nostra Regione in seguito alla vicenda delle nomine apicali in sanità sta sostanzialmente bloccando ormai da settimane l’azione istituzionale, in una fase in cui non sono ammessi ritardi o rallentamenti. Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria ritengono che non ci si possa permettere di proseguire ulteriormente a perdere tempo, assistendo ad un dibattito che resta in gran parte opaco.

Non siamo appassionati ai conflitti di potere, ma ci stanno a cuore le soluzioni ai problemi che affliggono il sistema sanitario regionale e che attendono risposte. Ci interesserebbe conoscere e discutere, dunque, le scelte compiute in Umbria sull’allocazione delle risorse per il Ssr, avendo, come organizzazioni sindacali, da tempo indicato quelle che sono le priorità nell’interesse dei cittadini e quindi degli utenti.

Priorità quali, ad esempio, la necessità di rimodulare gli investimenti tra ospedale e territorio, evitando di alimentare una visione ospedalocentrica; l’arricchimento dell’offerta nella sanità territoriale; la strutturazione e l’ampliamento dell’esperienza delle Case della Salute (una per ogni distretto, senza eccezioni, ed H24). E ancora, la ‘Medicina di iniziativa’, il rafforzamento dei consultori, l’ampliamento del sostegno alla domiciliarità, per ridurre il ricorso improprio o eccessivo ai ricoveri ospedalieri, e, naturalmente, il fondo per la non autosufficienza.

È inoltre necessario fare di più per omogeneizzare la qualità dei servizi, ma anche degli ambienti di lavoro, per superare difformità di diffusione territoriale e di trattamento dei cittadini. Chiediamo di monitorare, in questa ottica, il sistema degli appalti e degli affidamenti, perché laddove almeno il 75% del costo è dato dalla spesa per il personale, occorre la garanzia delle clausole sociali e la scelta non può basarsi sui maggiori ribassi.

Inoltre, i dati segnalano l’aumento consistente del numero delle persone che in Umbria, nell’ultimo anno, hanno rinunciato a prestazioni sanitarie (visite, accertamenti, interventi chirurgici,) o all’acquisto di farmaci, a causa di motivi economici o carenze delle strutture di offerta, evidenziando un aumento delle diseguaglianze e la crescita della povertà.

Per questo, chiediamo di elaborare un piano di fattibilità per allargare le fasce di esenzione, rivedendo i ticket e non aggiungendone altri. Constatiamo che, nonostante gli sforzi organizzativi fatti per contenere le liste di attesa, il problema permane e resta una criticità pesante per le famiglie. Per questo servirebbero maggiori risultati subito, mettendo in sinergia i servizi territoriali e predisponendo percorsi organizzativi diversi e programmati per chi effettua accertamenti per esigenze di prevenzione o di controllo periodico (attraverso la medicina di iniziativa e lo sviluppo dei servizi territoriali).

Il momento delicato che vive la nostra regione imporrebbe di parlare e misurarsi nei contenuti, quindi obbligherebbe la politica a superare le zuffe di cortile, per occuparsi dei problemi della popolazione umbra, in sofferenza da anni. Il sindacato, per quanto nelle sue possibilità, è pronto a dare il proprio contributo.

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