Scheggino, da sabato ‘Scorci della Valnerina’

Alle spazio Valcasana una mostra di opere di Maurizio Folletti, presentate d Luca Tomìo e fotografate dal ‘nostro’ Alberto Mirimao

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C’è anche un po’ di umbriaOn (grazie alle foto di Alberto Mirimao) nella mostra ‘Scorci della Valnerina’, la mostra di Maurizio Folletti, a cura di Luca Tomio, che sarà inaugurata sabato 17 alle 18 nello spazio arte Valcasana di Scheggino. L’esposizione, spiegano gli organizzatori «sarà un vero e proprio itinerario lungo la valle del Nera, da Terni a Norcia, alla scoperta anche di luoghi meno conosciuti e valorizzati».

La mostra Un’inaugurazione «che avverrà durante un pomeriggio ricco di iniziative, insieme alla presentazione della 53esima Corsa dei vaporetti, che sarà ospitata a Scheggino come simbolo di solidarietà verso la Valnerina e di ripartenza», come spiega il sindaco Paola Agabiti. La mostra nasce dall’incontro tra l’artista ternano Maurizio Folletti ed il critico d’arte Luca Tomìo, su impulso del Comune di Scheggino.

Maurizio Folletti

Gli autori Maurizio Folletti vive a Terni, ha il suo studio a due passi dalla grande area industriale delle Acciaierie e il suo lavoro rinnova i fasti del Vedutismo che nei secoli del Grand Tour hanno reso la Valnerina famosi in tutta Europa. Luca Tomio è l’eclettico storico dell’arte milanese che sta ricostruendo l’attività di Leonardo da Vinci in Umbria, ma è anche autore di studi e mostre inerenti l’arte contemporanea italiana, dalle avanguardie degli Anni Sessanta fino alle nuove tendenze, a cui l’anno scorso a Roma ha dedicato una grande mostra presentata da Achille Bonito Oliva.

Luca Tomìo

Leonardo e Dante Il sodalizio tra il critico e l’artista, dicono ancora gli organizzatori della mostra, «si può proprio dire che sia maturato sul campo, nello specifico lungo i bellissimi sentieri della Valnerina che Tomio ha ripercorso sulle orme di Leonardo, Dante Alighieri e San Francesco», tanto che Tomìo spiega che «sono fermamente convinto che l’arte contemporanea abbia un suo filo del pensiero ben preciso i cui caposaldi imprescindibili sono Alighiero Boetti, Gino De Dominicis, Giulio Paolini. E così quando ho incontrato Folletti con matite e taccuino nei boschi sopra Papigno, di primo acchitto ho pensato di trovarmi al cospetto di uno strano Corot redivivo, uno strano esemplare di fossile d’artista. Quando invece ho visto i lavori finiti in studio il pensiero mi è corso a Schifano, al suo uso meticoloso e raffinato dei plexiglass colorati. Maurizio Folletti è un artista in perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione».

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