Settore turistico, giù imprese in Umbria

Contrazione dello 0.4% al 31 dicembre 2017 rispetto all’anno precedente. A incidere in negativo il territorio ternano. Mencaroni (Uniocamere): «Riprogettare»

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Ventisette imprese in meno per una contrazione dello 0.4% rispetto allo stesso periodo del 2016. E l’Umbria, insieme al Trentino Alto Adige, è l’unica regione italiana a far registrare il segno negativo: questo, in estrema sintesi, il risultato del nuovo report di Unioncamere sulle imprese del settore turistico allargato. A incidere in particolar modo è la situazione del territorio ternano.

IL REPORT COMPLETO

Giorgio Mencaroni

Le sedi d’impresa totali al 31 dicembre 2017 per quel che concerne il settore turistico allargato sono 7 mila 361 (ricettività, ristorazione, agenzie di viaggio, noleggio di mezzi di trasporto, trasporti di passeggeri, attività ricreative e culturali, parchi naturali e centri di benessere, 27 imprese in meno rispetto al 2016): l’84.2% sono attive, mentre per quel che concerne la divisione sul territorio il 76.2% sono in provincia di Perugia e il 23.8% nella provincia di Terni.

Umbria in basso e che non brilla nel confronto con le altre regioni: c’è il 15° posto nel ranking in termini di incidenza sul totale delle imprese (7.8%). Unioncamere sottolinea che occorre tenere conto «degli effetti negativi prodotti dal terremoto per l’intera regione nel 2017, soprattutto se confrontati con le ottime performance in termini di arrivi e presenze di turisti realizzate nei primi nove mesi del 2016. Nonostante la crescita del sistema imprenditoriale dell’intero comparto turistico abbia subito una leggera flessione (-0.4%) a livello regionale, questa è riconducibile principalmente alle difficoltà del comprensorio ternano».

Terni

Calo ristorazione a Terni Evidente la differenza per quel che concerne il settore della ristorazione: in provincia di Perugia cresce dello 0.9% (38 sedi registrate in più) mentre nella provincia di Terni, dopo la crescita sostenuta degli anni precedenti, si registra a una battuta di arresto con 61 imprese in meno (-4.2%). In particolare il comparto dei servizi al turista che comprende una moltitudine di servizi accessori (trasporti, noleggio, agenzia viaggio, musei, parchi etc.) caratterizza l’Umbria per una minore incidenza rispetto alle percentuali nazionali e centrali, fermandosi all’11.1% rispetto al 16.8% dell’Italia centrale e del 14.4% dell’Italia. In Umbria sono i servizi di alloggio e ristorazione che pesano sul totale settore più di quanto accade in Italia e in Italia centrale: i servizi di alloggio ammontano all’11% in Italia e al 12.1% in Italia centrale mentre arrivano al 13.3% in Umbria; i servizi di ristorazione rappresentano in Italia il 74.6% del totale settore, il 71.2% in Italia centrale. In Umbria arrivano al 75.6% e su Terni e provincia addirittura al 79%.

«Riprogettare esperienza» Per Giorgio Mencaroni, presidente Unioncamere Umbria, «attualmente le sfide competitive per il settore turistico riguardano il superamento della logica del prodotto, delle logiche tradizionali di segmentazione. Occorre riprogettare l’esperienza turistica all’interno di una pianificazione strategica del turismo stesso integrando risorse, territori, temi, processi produttivi e i soggetti del sistema del turismo. Lo sviluppo dei servizi al turista è strategico per accrescere l’attrazione e la competitività turistica che oggi più che mai dipende dalla capacità di integrare la fruizione sostenibile di risorse diverse».

Perugia

I territori Come detto emergono le difficoltà dell’area ternana (-4.4%), ma non solo: giù anche l’orvietano (-2%) ed eugubino (-1.6%). Bene la vocazione imprenditoriale turistica della Valnerina e dell’assisano (+1%). «I dati – evidenza Unioncamere – sui bilanci 2016 e sugli addetti al 31 dicembre 2017 confermano che il sistema tiene e consolida le posizioni ma non si rinnova e non cresce come dovrebbe, soprattutto nel caso dei servizi al turista il cui sviluppo potrebbe generare un effetto moltiplicatore per il turismo regionale».

Gli addetti del settore turistico allargato al 31 dicembre 2017 risultano essere in Umbria 26 mila 841, il 9.5% del totale addetti delle imprese registrate della regione (285 mila 520). «Analizzando – termina Uniocamere – i bilanci depositati disponibili nel 2016 e nel 2015 dalle società di capitale, il settore turistico in Umbria incide per il 2.5% sul valore della produzione totale (2.9% Italia, 3.0% Italia centrale) e per il 3.1% sul valore aggiunto complessivo della Regione, di molto inferiore rispetto al 10.6% del dato nazionale (4.3% Italia centrale). I dati dell’Osservatorio benchmarking alberghiero confermano la difficoltà delle strutture nell’occupazione delle camere (occupancy), ache se si intravede un lento processo di recupero negli ultimi mesi del 2017 delle tariffe medie giornaliere (Adr) e del ricavo medio per camera (RevPar).

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