Sgominata la banda ‘incubo’ per le imprese del Ternano: tre arresti

Terni – Indagine della Mobile. Compiuti 68 furti in 3 mesi. Si tratta di 3 romeni residenti in un campo nomadi di Napoli

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Furti in serie, presso capannoni industriali, attività commerciali, ristoranti, palestre, scuole. In un arco temporale compreso fra il 22 dicembre 2020 e la fine di marzo. In tutto 68 colpi – 66 in provincia di Terni e 2 in quella di Potenza – per un valore della refurtiva di circa 300 mila euro. La squadra Mobile di Terni, a seguito di indagine coordinata dalla procura della Repubblica, ha scoperto la banda protagonista di numerosi raid in Umbria. Tre gli arresti per furto aggravato in concorso – tutti relativi a cittadini romeni residenti nel campo nomadi ‘Gianturco’ di Napoli – disposti dal gip di Terni Simona Tordelli, due dei quali eseguiti dagli investigatori ternani. Un terzo soggetto è latitante. I dettagli sono stati illustrati in conferenza stampa dal procuratore Alberto Liguori, dal sostituto Camilla Coraggio, dal questore Bruno Failla e dal dirigente della squadra Mobile Davide Caldarozzi. Presente anche l’assistente capo Gianni Pompei.

IL VIDEO

Gli arrestati

I destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere sono altrettanti uomini di 27, 25 e 35 anni. Il primo è stato arrestato venerdì sera, in collaborazione con la squadra Mobile napoletana, al campo nomadi ‘Gianturco’, il secondo è stato arrestato mercoledì mattina a Ventimiglia – evidentemente pronto a fuggire dall’Italia – ed il terzo è al momento latitante. La scelta della procura ternana è stata quella di riunire in un unico fascicolo tutti i furti ‘sospetti’, ovvero riconducibili alla stessa mano, trattandoli non singolarmente ma dando il là ad una maxi-indagine che ha consentito di individuare i responsabili. Decisive sì le immagini delle telecamere di sicurezza, ma anche i tabulati telefonici – che da un certo punto in poi hanno iniziato a svelare ‘traffici’ destinati a finire all’attenzione dell’autorità giudiziaria napoletana – e perfino un controllo della polizia Stradale a Cassino. Dal quale è stato possibile associare due dei tre arrestati ad un furto compiuto precedentemente ad Amelia.

Caldarozzi, Failla, Liguori e Coraggio

I furti

I furti in Umbria sono stati compiuti a Terni (5 raid e 26 furti), Amelia (3 e 18), Narni (2 e 12), Orvieto (2 e 5) e Fabro (1 e 5). «Il ricorrente modus operandi posto in essere dai tre cittadini romeni – spiega la questura ternana in una nota -, prevedeva dei veri e propri raid, fuori dalla provincia di domicilio, con furti perpetrati in rapida successione in orario notturno in danno di diversi obiettivi, quasi sempre vicini tra loro, alcuni dei quali provvisti anche di sistemi di videosorveglianza. A Terni, tra le attività prese di mira, oltre a quelle situate nelle zone industriali di Maratta e Collescipoli, anche il complesso delle ‘Piscine dello Stadio’. Il valore complessivo della refurtiva, composta principalmente da strumenti tecnologici (computer, tablet, telefoni cellulari), automezzi (di frequente poi abbandonati in Campania), macchinari, oltre a denaro in contante, ad una prima stima supera i 300 mila euro. Tra gli obiettivi colpiti figurano ristoranti (in una circostanza ad Orvieto, prima di andare via con la refurtiva, i tre avevano consumato bevande ed alimenti), capannoni industriali, attività commerciali, palestre, spesso situati in zone poco illuminate o comunque isolate».

Bottiglie di valore ma anche gli ‘spiccioli’ delle scuole

«In un’occasione, a Fabro, oltre a cosmetici, computer, televisori, sono state asportate anche 93 bottiglie di vini pregiati per un valore complessivo di 35 mila euro. Ad Amelia, nel febbraio scorso, 3 furgoni, 1 tablet e materiale vario per un importo complessivo di 42 mila euro. In un’altra occasione, ad Orvieto, il valore della merce – furgoni e materiale da lavoro rubato ad una ditta di impianti tecnologici – ha superato i 100 mila euro. Ad Amelia è stata colpita anche una scuola primaria: in questo caso, i tre arrestati si erano ‘accontentati’ di poco più di 200 euro in contanti. Dalle immagini gli investigatori hanno notato che molto spesso, nei loro colpi, i tre utilizzavano gli stessi vestiti. Gli accertamenti di natura tecnica hanno fatto il resto, portando all’individuazione e all’identificazione dei tre».

  

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