Sigillo, spese ‘pazze’: Comune rimborsato

Perugia, la Corte dei conti ha condannato un dipendente, che dovrà rifondere l’ente di 380 euro che sarebbero stati spesi male

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di Umberto Maiorca

Buoni pasto per i dipendenti, aiuti alle famiglie bisognose, un libro e delle medaglie. Sono le spese ‘pazze’ al Comune di Sigillo che hanno portato alla condanna, emessa dalla Corte dei conti, dell’agente contabile a rifondere 380 euro all’ente pubblico.

Le contestazioni Il procuratore regionale Antonio Giuseppone aveva contestato «per gli esercizi 2010, 2011 e 2012» le spese relative al «contributo mensa ai dipendenti (anno 2011); al contributo alle famiglie e bollette persone in difficoltà (anni 2011 – 2012), al contributo pubblicazione libro (anno 2011), ed all’acquisto di medaglie d’oro (anno 2010)». Per i buoni pasto l’economo «aveva rimborsato pasti nell’importo di 7 euro ciascuno, laddove il regolamento del servizio mensa ai dipendenti prevede che l’importo massimo rimborsabile è di 5 euro», ma la cifra pagata in eccesso era già stata recuperata con trattenute sullo stipendio dei dipendenti. Per il «contributo alle famiglie» per un totale di 3.068,14 euro e per il «pagamento bollette persone in difficoltà» per un totale di 661,27 euro, invece, i giudici contabili hanno riconosciuto che «trattasi di contributi economici autorizzati dai servizi sociali del Comune di Sigillo e per i quali è stato deciso di pagarli tramite ufficio economato» dopo che «in molti casi l’assistente sociale ha richiesto che il Comune provvedesse a pagare direttamente la bolletta, ciò al fine di evitare che il contributo economico fosse utilizzato dal beneficiario per altre finalità», mentre in altre occasioni «il contributo è stato concesso sotto forma di buoni spesa, settimanali o mensili, per generi alimentari [dopo aver] concordato con i negozi alimentari locali [i] buoni acquisti per la spesa». Dal 2012, inoltre, le modalità di pagamento sono state cambiate con un nuovo regolamento comunale.

La condanna Le uniche contestazioni riconosciute come valide, infine, sono quelle relative alle spese di «contributo pubblicazione libro» per 100 euro e per «medaglie d’oro» per 200 euro relativamente alle quali «l’Ente ha inviato solo la documentazione di spesa per i corrispondenti buoni d’ordine», documenti che «non possono essere ritenuti regolari, atteso che la documentazione trasmessa dall’Ente a supporto delle stesse non offre chiarimenti di sorta né circa il possibile inserimento di simili spese nell’elenco di cui al più volte menzionato art. 61 del regolamento di contabilità», da cui discende «l’esclusione della intrinseca giustificabilità, anche quali “spese di rappresentanza». Per cui ha condannato a 380,80 di risarcimento a favore del Comune di Sigillo l’agente contabile, «senza considerare gli oneri rivalutativi», ma con gli «interessi legali» e le spese di giudizio (301 euro).

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