Sisma, Castelluccio rimane deserto

La protezione civile ha incontrato gli ultimi nuclei familiari: concordato un piano per il loro trasferimento e del bestiame rimasto

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L.P.

La protezione civile ha concordato un piano per il trasferimento degli ultimi nuclei familiari e del bestiame rimasti a Castelluccio di Norcia. Intanto, però, c’è la disperazione di chi ha perso tutto nei volti e nelle voci dei cittadini che hanno deciso di non abbandonare la propria terra. La speranza di un ritorno alla normalità che era tornata a farsi strada dopo due mesi dal sisma dello scorso 24 agosto è ora solo un lontano ricordo. La situazione, oggi, è decisamente più tragica.

Castelluccio di Norcia

Castelluccio di Norcia

Il trasferimento Gli uomini della protezione civile, in compagnia del soccorso alpino e dei tecnici Enel, hanno incontrato sei nuclei familiari (circa quindici persone) , che avevano deciso di non spostarsi per non abbandonare il bestiame: in tutto 600 pecore, 100 bovini e circa 40 cavalli. A loro è stato prospettato un piano per il trasferimento degli animali – in parte con dei camion, per le greggi in transumanza – in un luogo sicuro: i dettagli saranno definiti nelle prossime ore, anche pe ciò che riguarda lo spostamento delle persone con una soluzione più sicura, potendo continuare inoltre la loro attività.

Elettricità ed acqua Martedì positivo anche per risolvere le problematiche legate all’acqua e all’elettricità: i tecnici hanno provveduto agli allacci necessari, mentre con Vus-Valle Umbra Servizi è stata verificata la questione degli allacci dell’acqua per l’abbeverraggio degli animali – per le persone è stata portata con i soccorsi – finché non saranno messi al sicuro. L’obiettivo è accelerare tutte le operazioni necessarie per dare la migliore assistenza a tutti gli abitanti prima che si aggravino le condizioni climatiche con la stagione invernale.

terremoto-norcia23333Macerie ovunque Chiese ridotte a cumuli di macerie, aziende sventrate, capannoni inagibili e animali per strada. La ferita inferta al cuore verde d’Italia non ha risparmiato niente e nessuno. «Lo sapevo che andava a finire così, che non era finita». La disperazione è nelle parole di tutti, anche del consigliere comunale Francesco Filippi che ha perso entrambe le case. «Una è completamente distrutta, l’altra sta per crollare. Un’altra scossa e viene giù tutto. Una cosa spaventosa, una scossa dieci volte più forte di quella di due mesi fa». Senza parole, col fiato corto, Francesco ora è alla ricerca di una soluzione che metta al sicuro la sua famiglia e li faccia vivere in serenità per qualche mese. «Io sto in macchina da giorni, ora vediamo se oggi arrivano le tende, non ho più niente. Ieri c’hanno dato un pullman caldo. Però servono i kit con le mutande, gli asciugamani. Qui non c’è acqua, non c’è corrente, quasi tutto il territorio è abbandonato».

Terremoto Norcia (26)Senza documenti Perché non siete andati via? «Devo almeno recuperare i documenti, non ho niente. Dove vai in giro senza documenti? E soprattutto come rifarli? Non c’è corrente, non ci sono computer, non ci sono uffici, non c’è più il comune». La percezione di vivere senza più la terra sotto ai piedi te la danno anche queste cose. Niente è più come prima. Bisogna mettere mano a tutto, per prima cosa servono le strade per andarsene. La lucidità ha lasciato il posto all’angoscia per il presente, per la notte che arriverà, così come il freddo. «Dormire non sarà un problema quando riusciremo ad avere una strada. Serve una strada di montagna subito, per poter uscire dal paese, e serve prima che arrivi l’inverno. Le aziende, pure, sono tutte in ginocchio».

capannone

Uno dei capannoni inagibili

Senza vestiti Mentre gran parte della popolazione ha trovato rifugio nelle strutture ricettive anche a due ore di distanza da Norcia, chi è rimasto continua ad arrangiarsi con soluzioni di fortuna. Come Emanuele, che da giorni dorme dentro al container che gli era stato inviato dai Valori di stato per riprendere la sua attività da tabaccaio. Indossa gli stessi abiti da venerdì scorso, l’ultima doccia calda in un vero e proprio bagno l’ha fatta prima delle grandi scosse dei giorni scorsi. «Non abbiamo vestiti, mutande, coperte. Non abbiamo più niente. E’ questo il mio appello a tutti gli italiani, mandateci beni di prima necessità, vestiti e coperte. E anche cibo».

Le scorte della protezione civile, in parte, sembrerebbero essere state portate via mentre nella zona industriale è ancora attivo il capannone che umbriaOn aveva visitato nelle scorse settimane. Eppure gli aiuti non bastano e su Facebook il tam tam di solidarietà sta cercando di consegnare, direttamente a mano, beni di prima necessità con auto cariche di coperte e abiti che da svariate parti di Italia stanno raggiungendo Norcia. Al palatenda, diventato inagibile per dormire, ci sono comunque dei bagni pubblici e lì fuori è stata allestita la mensa della protezione civile. Io ora dormo nel container, non ho più vestiti, non ho più niente. «Quello che avevamo recuperato dopo il terremoto di agosto avevamo cercato di metterlo in salvo dentro un capannone. Ora è crollato pure quello»

Le tende Ci sono case sprofondate di un metro, pareti esplose, allevatori e agricoltori arrabbiati. La tensione esplode all’improvviso come quando, ieri, alcuni giovani se la sono presa con gli albergatori che, nelle scorse settimane, si prodigavano per rilanciare il turismo e far tornare i turisti. «E’ colpa loro se hanno portato via le tende così presto e ora siamo in mezzo a una strada senza niente. Dovevamo e potevamo essere più pronti ad affrontare una situazione come questa».

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