Spari a Gabelletta: condannato a 4 anni

Terni: il 13 settembre del 2015 Giacomo Bartollini fece fuoco dal terrazzo di casa con una pistola, ferendo gravemente un vicino

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Quattro anni di reclusione e risarcimenti provvisionali per 75 mila euro nei confronti delle due parti civili costituitesi: questa la condanna inflitta lunedì mattina dal gip di Terni, Federico Bona Galvagno, al 26enne ternano Giacomo Bartollini, giudicato con rito abbreviato.

Il fatto Il 13 settembre del 2015 Bartollini sparò ‘per gioco’, con una pistola calibro 7.65, dalla finestra del proprio appartamento in strada del Ponticello, a Gabelletta, ferendo gravemente il 43enne Alessandro Rossi che stava tranquillamente guardando la televisione nel salotto di casa, in via Omega, insieme a moglie e figlio piccolo ed a circa cinquanta metri di distanza dall’abitazione del giovane. Il 26enne ternano era stato arrestato subito dopo il fatto dai carabinieri del Nucleo investigativo e della Compagnia di Terni, intervenuti sul posto.

IL VIDEO DELL’ARRESTO

La condanna Lunedì mattina in aula il pm Elisabetta Massini ha chiesto una condanna a sette anni e sei mesi di reclusione per tentato omicidio, ricettazione – la pistola era poi risultata rubata – e detenzione illegale di arma da fuoco. Il giudice ha deciso per una pena di quattro anni, in parte già scontati presso la comunità di recupero dove il giovane – del quale è stata riconosciuta la capacità di stare in giudizio – si trova ristretto ai domiciliari.

Risarcimenti Nei confronti di Alessandro Rossi, l’uomo raggiunto dal proiettile all’emitorace sinistro e poi operato d’urgenza al Santa Maria di Terni, il tribunale ha riconosciuto una provvisionale di 50 mila euro, con risarcimento da definire complessivamente in sede civile. Anche la moglie dell’uomo si è vista riconoscere, con le stesse modalità, un primo risarcimento di 25 mila euro. Entrambi si erano costituiti parte civile attraverso l’avvocato Enrico De Luca.

Appello in vista L’avvocato Francesca Abbati, difensore del giovane ternano condannato, impugnerà la sentenza di primo grado in appello: «Gli esiti dell’indagine non possono dirsi univoci per quanto attiene le responsabilità del mio assistito. Ciò lo sosterremo con decisione in appello per ottenere una revisione sostanziale di quanto deciso dal tribunale».

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