Stalli personalizzati solo in alcune zone: «Si crea disparità»

Terni – I consiglieri Fiorini e Filipponi criticano l’operato dell’amministrazione comunale sul fronte dei posti auto per disabili: «Non si va nella direzione indicata dalle associazioni»

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I consiglieri comunali di Forza Centro e Pd, Emanuele Fiorini e Francesco Filipponi, in seguito alla bocciatura da parte della prima commissione degli emendamenti da loro proposti al ‘Regolamento comunale per la concessione di spazi di sosta ai titolari di contrassegno di parcheggio per persone con disabilità nel territorio comunale’, oltre ad annunciare la presentazione di ulteriori emendamenti intendono sensibilizzare, prima che si proceda alla votazione in consiglio comunale lunedì 8 febbraio, le associazioni e ancora una volta l’amministrazione comunale.

L’alta densità di traffico

Secondo i consiglieri, un regolamento così come quello presentato dall’assessore e liquidato dalla commissione «non serve a nulla, crea discriminazioni e non dà una risposta concreta alle tante richieste di stallo per persone con disabilità, alcune delle quali presentate da più di tre anni. Il principale problema – spiegano Fiorini e Filipponi – è che all’interno del regolamento comunale si vuole inserire la dicitura ‘alta densità di traffico’, quindi l’amministrazione intende rilasciare permessi di stalli personalizzati solo a persone con disabilità residenti in tali zone. Tant’è vero che l’allegato 2B del regolamento individua, su tutto il territorio di Terni, solo 27 vie per le quali è possibile fare richiesta, per cui sono escluse tutte quelle persone disabili residenti ad esempio nelle frazioni di Marmore, Papigno, Cesi, Collescipoli, le periferie e comunque nelle vie non incluse nell’elenco».

«Si crea una disparità»

«Ciò significa – proseguono i due consiglieri di Forza Centro e Pd – che una persona con disabilità, che ha problemi nel deambulare e risiede in una delle zone escluse, non potrà richiedere uno stallo personalizzato. Siamo al paradosso. Se non si va incontro alle esigenze di tutti, si creano delle disuguaglianze: vi saranno persone con disabilità di serie A e di serie B, non pensiamo che le associazioni possano volere questo. Quello che intende fare la nostra amministrazione, ovverosia limitare la concessione degli stalli personalizzati alle zone ad alta densità di traffico, si pone in contrasto con la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità che, all’articolo 19 ‘Vivere in modo indipendente ed essere inclusi nella collettività’, stabilisce quanto segue: ‘le persone con disabilità abbiano la possibilità di scegliere, su base di uguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere […] per consentire loro di vivere e di essere incluse nella società e impedire che siano isolate o segregate dalla collettività».

«L’operato dell’amministrazione non ha alcun fondamento normativo»

«Non è possibile – affermano Fiorini e Filipponi – garantire il diritto di scegliere dove vivere senza l’accessibilità alle abitazioni, per cui questo concetto, diritto o prerequisito di altri diritti, va trattato con attenzione se non si vuole snaturare il quadro dei diritti espressi dalla Convenzione. Inoltre l’operato dell’amministrazione, al contrario di quanto sostenuto dall’assessore Bordoni e della dirigente Sassi, non trova fondamento in alcuna norma di legge. Nel nostro ordinamento, infatti, non vi è alcuna fonte primaria del diritto che limita la concessione degli stalli alle zone ad alta densità di traffico. Per cui viene da chiedersi: perché questa scelta ingiustificata e poco rispettosa dei diritti delle persone con disabilità? Tale scelta è frutto di una precisa volontà politica o di una confusa interpretazione delle norme? Certo è che l’iter dell’atto è stato caratterizzato da un certo ‘ingarbugliamento’: prima è stato presentato in I commissione, poi in consiglio comunale, poi di nuovo in I commissione, non una ma due volte. Nell’ultima, quella del 5 febbraio, non vi è stata la volontà politica di migliorarlo respingendo ogni nostro emendamento, nascondendosi dietro non ben chiare interpretazioni normative».

«I regolamenti degli altri comuni non pongono limitazioni»

«Quanto al tanto evocato, dall’assessore Bordoni e dalla dirigente Sassi, articolo 381 comma 5 del Regolamento di attuazione del Codice della strada, che fa riferimento alle zone ad alta densità di traffico, ci preme sottolineare ancora una volta come tale disposizione, non essendo contenuta in una legge, non è di alcuno ostacolo alla possibilità di estendere nel nostro regolamento comunale la concessione degli stalli personalizzati anche al di fuori di tali zone. Inoltre, laddove si fosse voluto far riferimento solo alle zone ad alta intensità di traffico, tale volontà sarebbe stata espressa in maniera esplicita nel Regolamento di attuazione, ad esempio utilizzando la locuzione ‘solo nelle zone ad alta intensità di traffico’, cosa che invece manca nell’articolo 381 comma 5. Ad ogni modo si tratta di una formula elastica, perchè si vuole rimettere alla discrezionalità della singola amministrazione comunale il compito di riempirla di contenuto, alla luce delle esigenze della singola realtà territoriale. Quanto da noi sostenuto – concludono i due consiglieri di minoranza – trova riscontro anche nel regolamento di altri comuni come Firenze, Napoli, Genova, Roma, in cui, in ordine alla concessione degli stalli personalizzati, non vi è una limitazione alle zone ad alta densità di traffico».

La revoca della concessione

«Anche un altro emendamento da noi proposto in commissione è stato inspiegabilmente rigettato. Con lo stesso si intendeva disciplinare le modalità di revoca della concessione, nella convinzione che sia fondamentale che i cittadini siano consapevoli sia dei propri diritti che dei propri doveri, che abbiano conoscenza dei casi in cui la concessione gli verrà revocata. In particolare la dirigente Sassi ha espresso parere negativo in ordine alla parte del nostro emendamento che prevede, fra i soggetti tenuti alla comunicazione del decesso della persona per la restituzione della concessione, gli eredi. Ci piacerebbe chiedere alla dirigente come fa una persona disabile che è deceduta, che era priva di tutore e curatore, ad inviare la comunicazione del decesso, se tale possibilità è preclusa al suo erede? Impossibile sicuramente pensare che possa inviarla dall’aldilà. Per tutte queste motivazioni invitiamo sia l’assessore che le associazioni a riflettere, prima che si vadano a creare disuguaglianze tra le persone con disabilità, ma soprattutto cerchiamo di semplificargli la vita e non complicargliela. Considerato che in consiglio l’atto andrà lunedì, cerchiamo di produrre un documento valido, sempre se è questa la volontà politica. Noi il nostro impegno affinché si producesse un buon regolamento lo abbiamo messo tutto».

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