Ternana, percorso netto verso la Lega Pro

La sconfitta con il Latina crea un doppio ‘break’ dalla zona salvezza: con i pontini i soliti rossoverdi senza spina tecnica e mentale. Martedì l’Hellas Verona: Gautieri non parla

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di S.F.

«Non sappiamo più cosa inventarci». Parole pesanti, crude, indicative, che molto di rado si sentono pronunciare da un dirigente di una società professionistica. Eppure nella Ternana 2016-2017 accade anche questo: il direttore sportivo Danilo Pagni, assorbita la sconfitta con il Latina, ammette di non sapere che pesci prendere per risolvere lo scenario dei rossoverdi. O meglio, della catastrofe sportiva attuale di via Aleardi: ultimo posto in classifica ‘raggiunto’ – ad ottobre tuttavia non era in solitaria come adesso – a quattro mesi dal ko di Avellino, doppio ‘break’ di svantaggio sulla salvezza diretta e una crisi totale sotto il profilo tecnico-mentale. Se al mix si aggiunge la spaccatura tra società e ambiente ecco che il cammino verso la Lega Pro prende sempre più forma. D’altronde se un team perde oltre il 50% delle gare disputate non ci sono alternative. E nel tritacarne complessivo finisce anche Carmine Gautieri: lunedì niente conferenza stampa a causa di «tempi troppo stretti», fa sapere via Aleardi. O magari da Roma è arrivato qualche veto. 

LA PARTITA, DECIDE DE VITIS

I ‘mantra’ a vuoto Nei momenti di crisi sono le parole che tendono ad essere più utilizzate per cercare di dare spiegazioni. Personalità, approccio, atteggiamento, determinazione, cattiveria, carisma: dal dirigente calabrese a Gautieri, passando per l’ex manager Carbone a Simone Longarini, sabato presente allo stadio per ‘ammirare’ la sua creatura – quattro tecnici, due direttori sportivi, un direttore generale impegnato nella conquista del campionato di serie D di calcio a 5 – e vedersi quegli striscioni di protesta nei suoi confronti post ‘bagarre’ online (a suon di comunicati) con i tifosi della curva e della est-Viciani (escluse poche eccezioni). Uno spettacolo proprio memorabile: Ternana apatica, lenta, confusionaria e priva di tutte quelle caratteristiche più volte invocate dai protagonisti rossoverdi.  E i «Gautieri vattene» sono iniziati a fioccare.

LE IMMAGINI DI ALBERTO MIRIMAO

Insufficiente Modibo Diakité

I quattro centrali di difesa Sul banco degli imputati entra con pieno merito il 46enne tecnico napoletano, quantomeno per la singola partita. Punto primo, quattro centrali di ruolo – sporadiche apparizioni da terzini per i titolari – nel quartetto difensivo e il duo Diakité-Contini gettati nella mischia in contemporanea: il risultato è stato un passo lento e pericolosità pressoché nulla sulle corsie esterne, tolto un buon cross del francese in avvio di match. E pensare che l’ex Napoli non è stato nemmeno il peggiore: Diakité (nuovo stop muscolare nelle battute finali) paga eccome la lunga inattività e il recente infortunio, più disattenti del consueto Valjent e Meccariello. E vedendo lo stato di Zanon, rientrato in gruppo da diversi giorni, sale il punto interrogativo: scelta tutta tecnica o, magari, ‘inflazionata’ da qualche dichiarazione di troppo dell’aquilano?

Ledesma, niente cambio di passo alla mediana rossoverde

IL GIUDIZIO DI MATTEO CONTINI, VIDEO

Il goriziano della discordia Jacopo Petriccione, il miglior rossoverde del girone d’andata. Se c’è un giocatore sul quale Carmine Gautieri non sembra puntare in particolar modo è proprio il ’95 di scuola Fiorentina: nonostante la condizione non ottimale di Sissoko e la squalifica di Coppola, il friulano non ha comunque visto il campo nemmeno da subentrato. Certo, con il rientro del romano e l’ingresso in squadra del franco-maliano è difficile ipotizzare un cambio di rotta per lui: un peccato vedendo la non incisività di Ledesma e, in generale, una chiara lentezza tecnica e mentale del centrocampo rossoverde. E a proposito di verve agonistica, l’unico del trio di sabato pomeriggio a mettersi in evidenza è stato Defendi; un paio di buoni servizi per Palumbo e poco altro, incolore la prestazione del 34enne di Buenos Aires. Una Ternana disorganizzata, tutta lanci lunghi e ‘vediamo che succede’. Non sempre la Dea Eupalla può arrivare in soccorso.

Antonino La Gumina

‘Under’ e ‘Over’, non va comunque Ternana-Latina, un ‘flashback’ del derby. Motivo? Sterilità offensiva per 70 minuti e risveglio tardivo negli istanti conclusivi, sulla forza della disperazione. E qui si arriva ad un’altra problematica: i rossoverdi, dall’arrivo di Gautieri, non hanno incrementato né geometrie d’attacco né tantomeno una parvenza di gioco. Di conseguenza la squadra riesce – spesso – a risultare incisiva solo quando l’avversario (vuoi per stanchezza, vuoi per scelta tattica) cede campo. Da Pettinari e Avenatti a Palombi e La Gumina, cambiano i protagonisti ma non il prodotto. Le ‘Fere’ non sanno creare, un problema nato con Carbone e mai risolto.

Simone Longarini al ‘Liberati’ per Ternana-Latina

Rischio concreto Lega Pro Mai la Ternana si era ritrovata ultima in graduatoria e con il maggior numero di sconfitte a questo punto del campionato in serie B. Per Simone Longarini c’è un ‘record’ familiare a portata di mano, non certo invidiabile: il 32enne romano è in corsa per diventare il primo membro della famiglia a condurre le ‘Fere’ – da presidente, il precedente è targato Emanuele Longarini nell’annata 2004-2005 – alla retrocessione sul campo (Luca Ferramosca e Francesco Zadotti erano al timone nelle stagioni 2005-2006 e 2010-2011). Con discreto danno per quell’obiettivo di rendere la «società autosufficiente».  I nodi al pettine stanno venendo a galla soprattutto per lui: estate tumultuosa, dissidi con Panucci e Larini, scelte azzardate, gestione sportiva vacua e ‘toppe’ inefficaci. Unisci ed ecco servita Ternana-Latina, 25 febbraio 2017. Martedì intanto trasferta a Verona contro l’Hellas: le premesse non sono buone.

Lo striscione (fuori lo stadio) per Simone Longarini

Quei condizionali In casa rossoverde – altro pessimo segnale – di recente abbonda l’uso di «avremmo meritato» o «sarebbe stato» nel descrivere lo svolgimento della gara. Alla fine però ad essere commentato è un altro ko. In questa occasione tocca a Matteo Contini: «La cosa preoccupante – le parole del difensore – è la classifica, sappiamo bene cosa ci attende per cercare di tirarci fuori: l’unica medicina conosca è l’impegno, la serietà e la professionalità nel mettere in pratica ciò che ci chiede Gautieri. Tante partite perse di fila hanno inciso sulla personalità e sulla lucidità della squadra: il Latina era messo bene sul terreno di gioco e non siamo riusciti a trovare soluzioni. Il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto considerato il nostro secondo tempo».

I tifosi della nord sono rimasti fuori dall’impianto

Il timore Via Aleardi ha cambiato decisamente mirino nel mercato invernale. Via la Ternana dei giovani, dentro esperti e con curriculum di un certo tipo: bene, peccato che di migliore niente. «L’approccio al match – aggiunge Contini – non lo abbiamo sbagliato, c’è stato equilibrio nei primi venti minuti. Il problema è la mancanza di personalità nel provare le giocate che facciamo in settimana, nel rischiare un passaggio, nell’aiutare i compagni in determinate situazioni o nel non nascondersi dietro all’avversario. A livello inconscio c’è paura di sbagliare».

La ‘libertà’ Fondo toccato, di nuovo. Ma con meno match e meno punti a disposizione per risollevarsi: «Più giù di così non si può andare. Magari – conclude Contini – ora saremo più ‘liberi’ di fare ciò che ci chiede il mister, seguirlo, e allenarci bene durante la settimana con professionalità. Livello fisico? No, non è un fatto di preparazione atletica, siamo controllati giorno per giorno con persone capaci». Si riparte dal ‘Bentegodi’ con un pessimo biglietto da visita.

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