Terni, altro suicidio sventato in carcere

Un detenuto reo confesso di omicidio e con problemi psichici ha tentato di impiccarsi nella sua stanza. Plauso del Sappe agli agenti penitenziari

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Un altro suicidio sventato, a distanza di appena quattro giorni, dagli agenti della polizia penitenziaria all’interno del carcere di vocabolo Sabbione a Terni. A darne notizia è il sindacato autonomo Sappe che parla di «grave evento critico scongiurato sul nascere».

Ha tentato di impiccarsi

Così Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sappe: «Si tratta di un detenuto ad alta sicurezza, ubicato nella sezione detenuti comuni per un passato di collaborazione, che durante la notte ha tentato di impiccarsi nella stanza detentiva. L’uomo, reo confesso di omicidio, con problemi psichici, è stato prontamente salvato dai colleghi a cui va il plauso del Sappe. Se le carceri reggono alle costanti criticità penitenziarie, il merito è tutto il loro».

«Attuare contromisure»

Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, sollecita l’amministrazione penitenziaria ad intervenire: «È solamente grazie ai poliziotti penitenziari, gli eroi silenziosi del quotidiano a cui va il ringraziamento del Sappe, se il numero delle tragedie in carcere è fortunatamente contenuto. Ma è evidente a tutti che è necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziarie. Il suicidio è spesso la causa più comune di morte nelle carceri. Gli istituti penitenziari hanno l’obbligo di preservare la salute e la sicurezza dei detenuti, e l’Italia è certamente all’avanguardia per quanto concerne la normativa finalizzata a prevenire questi gravi eventi critici. Ma il suicidio di un detenuto rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti. Per queste ragioni un programma di prevenzione l’organizzazione di un servizio d’intervento efficace sono misure utili non solo per i detenuti, ma anche per l’intero istituto dove questi vengono implementati».

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