Terni, Asm-Acea: scintille Tirinzi-M5S. L’appello del Rup: «Sbrigatevi»

Prima audizione a palazzo Spada: protagonisti i vertici Asm. Menecali calmo, il dg un po’ meno. «Non sono qui per dibattito politico». Focus anche sull’inceneritore

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di S.F.

Il presidente del CdA Asm Mirko Menecali sereno il giusto. L’assessore Orlando Masselli abbastanza – seppur con provocazione politica di mezzo nei confronti della minoranza sulla capacità di riempire le piazze in vista del 25 settembre – tranquillo. Un po’ meno il responsabile unico del procedimento nonché direttore generale della società partecipata del Comune, Stefano Tirinzi: accenno di scintille con i consiglieri M5S, poi una sorta di appello-sos. «Ve lo dico col cuore in mano, decidete in tempi brevi. Il tergiversare non fa bene a nessuno, specie all’azienda, al sottoscritto ed alle 400 persone che ci lavorano. Fra un po’ chiamiamo anche le parrocchie» (quest’ultimo passaggio detto in modo scherzoso per rafforzare il concetto sulle richieste di audizioni, ndr), le parole dell’ingegnere nei confronti di tutti i consiglieri in merito alla maxi operazione industriale per l’aumento di capitale. La partita è ancora lunga.

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I vertici Asm con Masselli

Il valore aggiunto, l’inceneritore e i patti parasociali

I più attivi sul tema, da sempre, sono i consiglieri del M5S. D’altronde se ne parla da quasi due anni ormai. Ed è Luca Simonetti ad aver aperto le danze venerdì mattina in III commissione durante l’audizione numero uno in merito all’iter che coinvolge Acea: «Spiegate qual è il valore aggiunto di concessione di quote? Ci sono delle criticità sui patti parasociali vedendo l’articolo 17 del Testo unico sulle società partecipate». Rincara il capogruppo pentastellato, Federico Pasculli: «Cosa ne pensano i vertici Asm del fatto che ci sia un piano di sviluppo con cessione asset quando il piano regionale rifiuti è ancora una bozza? E della lettera di intenti con il quale Acea dice di smantellare l’inceneritore ternano se da Perugia decidono di farglielo fare altrove?». Subito pressing.

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Il confronto a palazzo Spada

Palla a Menecali: criticità, buffer finanziario e debito

Niente slide – di norma le porta – per il numero uno di Asm: «Non abbiamo mai nascosto – ha esordito in risposta – le forti criticità finanziarie di Asm. Siamo riusciti a risolvere quasi tutte le problematiche di natura economica per il ciclo di produzione del reddito per far sì avere costi inferiori ai ricavi. Ma non quella. C’è grossa mole di debito che incide sulla solvibilità e l’accesso agli strumenti di stabilizzazioe del ciclo finanziario». Il succo è che «basterebbe avere maggior credito dal sistema creditizio per un buffer finanziario, i guai ci hanno costretto a rivedere l’assetto strategico. Inoltre nel 2030 così perderemmo le concessioni ed il valore di 35-37 milioni di euro scenderebbe». E Acea risolverebbe tutto: «Potevamo rimanere soli e svendere tutto ma ciò avrebbe provocato situazioni ben peggiori. Anche con il Comune che prendeva le quote. Se entra un socio che ha capacità di accedere al credito con più efficacia ci consente di risolvere il ciclo finanziario. Altrimenti la situazione è irrisolvibile», ha puntualizzato il manager. «Il discorso Ferrocart è coerente e quello dell’acqua è per una sinergia industriale». Di mezzo anche i rifiuti: «L’asset di Orvieto è un biodigestore che andrà in sinergia con quello di Nera Montoro che, al momento, ha purtroppo grandi problemi di manutenzione. E il valore di una discarica si misura sulla vita residua». Immediata contestazione M5S: «L’assessore regionale Roberto Morroni che dice?». Sarà tema ricorrente.

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Tirinzi, il Rup

Inceneritore e ancora patti parasociali

Menecali replica poi al nodo inceneritore: «La lettera di intenti di Acea? Iniziativa loro, io mai chiesto nelle sedute ufficiali. Chiaro che l’inceneritore non piace, cavalcano un sentimento popolare. Poi non so perché l’hanno fatta». A questo punto ‘scatta’ Tirinzi che, rivolgendosi sia ai consiglieri che al presidente di commissione Federico Brizi (Lega), chiarisce con forza un aspetto: «Non sono venuto qui a fare dibattiti politici», in merito al botta e risposta tra il presidente di Asm ed il M5S. «Sui patti parasociali – ha proseguito Menecali – c’è elemento che permette al Comune di mantenere l’indirizzo di controllo. Il nuovo CdA ha sei membri, tre del Comune e altrettanti di Acea, ma l’ente avrà influenza importante. Chiaro che il Comune dovrà metterci persone valide». Alla seduta ha assistito anche la funzionaria tecnica della direzione attività finanziarie, Giulia Scosta. Out la dirigente Grazia Marcucci.

PRIMO STEP CON IL 37%

Menecali

Tirinzi ed i quattro servizi

Il dg Asm inizia così: «Non mi tiro indietro». Il tono di voce è decisamente più intenso rispetto a quello di Menecali: «L’azienda ha quattro servizi ed è stata una scelta passata che ci ha consentito di andare avanti. Ora se non facciamo questa operazione l’azienda è destinata a finire. Motivo? Nell’elettrico dal 2025 iniziano le nuove gare e ad oggi non abbiamo i requisiti per partecipare. Per l’acqua sapete la storia, la concessione scade nel 2030 e da soli non possiamo partecipare. Rifiuti? Siamo fuori dal settore impianti. Abbiamo dotazioni di poca cosa, con il biodigestore che ci permette di stare sul ciclo organico dei rifiuti. Senza revamping non si va avanti per trent’anni. Sul gas Asm ha ruolo marginale. Inoltre non ci sono i requisiti». Poi lunga disamina tecnica sui criteri utilizzati dall’advisor per l’operazione (citato lo studio Athena di Milano ed il professore Alfredo Viganò dell’università Bocconi). Tutto ciò per dire che «il processo è corretto sul piano legale, ha avuto linearità e completezza. Lo dice l’Agcm».

Massimo Gola, numero uno di Acea

Ancora dibattito, l’appello

Seconda fase del dibattito e ancora M5S in attacco: «In virtù – ha ripreso la parola Simonetti dopo essersi chiarito con Tirinzi sullo scambio precedente – del parere Agcm, sarà dunque una società pubblico-privata? Si crea corto circuito sui patti parasociali con l’articolo 17 del Testo unico sulle società partecipate. Va garantito l’interesse pubblico. Inoltre la presenza dei vari pareri legali non tutelano il voto dei consiglieri, ci si prende la responsabilità di dire che ci sarà un aumento di valore. Anche per la discarica. Per avere certezze deve essere votato il piano regionale dei rifiuti». Pasculli dal canto suo ha chiesto delucidazioni sull’impatto ambientale dell’operazione, mentre Tiziana De Angelis (Pd) ha chiesto il motivo per il quale «non si sono ascoltati i cittadini in merito all’iter, nemmeno i sindacati dentro Asm. Ci saranno trasferimenti a livello di sedi e di profili professionali?». Richiesto in definitiva un consiglio straordinario ‘aperto’. In supporto di Asm c’è Valdimiro Orsini (Misto): «Serve fare gli interessi della collettività e l’azienda va valorizzata. E cari amici del M5S, la questione inceneritore non sposta nulla. Chiedo di fare l’audizione con i sindacati e l’advisor». Non solo loro perché sponda pentastellata arriva l’input per ascoltare a palazzo Spada i vertici della multiutility romana e l’assessore Morroni. Tirinzi si ‘riscalda’: «Vi segnalo che la procedura è ancora in corso, verificate. La gara è aperta. Ve lo dico col cuore in mano, decidete in tempi brevi. Il tergiversare non fa bene a nessuno, specie all’azienda, al sottoscritto ed alle 400 persone che ci lavorano. Fra un po’ chiamiamo le parrocchie». Difficile che sarà soddisfatto.

La ‘provocazione’ di Masselli

Il titolare al bilancio del Comune resta in silenzio per oltre un’ora. Poi decide di entrare in gioco a modo suo: «Capisco che è un momento nel quale si sta determinando un nuovo assetto politico del Paese e qualcuno veda poco conveniente che ci sia chi riempa le piazze». Frase che basta a far reagire in sottofondo i consiglieri di minoranza: «Che c’entra?», la risposta della De Angelis. Poi si rientra nei ranghi: «La città è qui rappresentata dai consiglieri comunali e come politici siamo obbligati a scelte. Agcm ha detto che l’iter è conforme a tutto e lo ha fatto esaminando i vostri stessi atti». Botta e risposta con Simonetti: «Ma non è l’organo preposto per i patti parasociali». Questione audizioni: «I tempi di pagamento – le parole di Masselli per far capire che c’è una certa fretta – di Asm sono oltre 180 giorni pur avendoli ridotti. Le sedi? C’è l’obbligo di mantenimento delle strutture business nel territorio comunale». Infine una puntualizzazione di Tirinzi: «Non sarà una società mista pubblico-privata». Non è finita. Difficile che si chiuda per settembre.

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