Terni, Aspasiel: «Ast dice che svilupperà»

A dirlo è il vice presidente della Regione, Paparelli. Ma Nevi (Forza Italia) attacca: «Società azzerata e voi non avete controllato»

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«La nuova dirigenza Ast ha un buon rapporto con il territorio. Nelle interlocuzioni in atto ha detto che intende sviluppare il potenziale di Aspasiel e in un incontro al Mise sono state date tutte le rassicurazioni del caso». Per il vice presidente della giunta regionale, Fabio Paparelli, la questione è chiara.

Forza Italia Decisamente meno, invece, sembra esserlo per il presidente del gruppo consiliare di Forza Italia, Raffaele Nevi, che aveva chiesto di conoscere «i gravi motivi del silenzio e del disinteresse della Regione sulla situazione che sta vivendo l’Aspasiel di Terni, quali iniziative la giunta intende porre in essere per rendere questa situazione reversibile e per quale motivo la presidente e l’assessore allo sviluppo hanno taciuto in presenza di una palese violazione dell’accordo sottoscritto al Mise».

La storia Nevi ha ricordato che «oggi Aspasiel si trova praticamente senza più clienti. Dal 2014 la società è stata incorporata in Ast, diventando una delle business unit dell’azienda. Lo scorso 3 dicembre 2014 veniva sottoscritto presso il Mise, tra Ast e parti sociali un accordo, secondo il quale, tra l’altro, si diceva che ‘Le business unit manterranno e svilupperanno il portafoglio clienti per rafforzare la loro presenza sul mercato’. Aspasiel rappresenta una realtà industriale,che negli ultimi dieci anni si era distinta nel territorio nazionale ed internazionale per competenze, visioni e risultati. E aveva un portafoglio clienti considerevole, tra questi il gruppo Rinascente, il Comune di Roma, Novelli. Il Piano telematico regionale 2014-2016 prevedeva addirittura che Aspasiel, unica struttura in Umbria
pienamente rispondente ai requisiti necessari, dovesse accogliere il data-center regionale unico su cui far convergere i 65 data center della pubblica amministrazione umbra e ottimizzare i costi sviluppando sempre di più un’azienda locale».

L’assessore Paparelli ha spiegato che «l’Aspasiel non è più una società da tempo. Non si può addebitare alla giunta la chiusura o meno di un’azienda che non esiste più. Il programma di razionalizzazione e contenimento dei costi ha portato ad un percorso di fusione di Aspasiel con
la Ast, che è terminato nel 2015. Da quel momento l’Ict non è più stato il core business di Aspasiel, che è diventata un reparto interno della ThyssenKrupp. Per i data center regionali, che sono presenti dentro quella struttura, abbiamo trovato da tempo, togliendo l’Ast dall’imbarazzo, una soluzione ancora più conveniente con Umbria digitale. Pensiamo di sviluppare il data center regionale dando la possibilità di implementarlo con iniziative di carattere privato. Per quanto riguarda l’Ast, la nuova
dirigenza ha un buon rapporto con il territorio. Nelle interlocuzioni in atto, l’Ast ha detto che intende sviluppare il potenziale di Aspasiel e in un incontro al Mise sono state date tutte le rassicurazioni del caso. Non si può pretendere altro da un’istituzione che può intervenire solo in caso di crisi aziendale».

«Non avete vigilato» Impietoso il giudizio di Nevi: «Sono gravemente insoddisfatto della risposta perché la giunta ha sottoscritto un accordo di programma in cui c’è scritto che le business unit dell’acciaieria
manterranno e svilupperanno il portafoglio clienti di Aspasiel. Oggi questo è azzerato. Inoltre c’è scritto che i sottoscrittori, tra cui la Regione, eserciteranno una costante azione di monitoraggio sul piano industriale. Questo dovete fare e non l’avete fatto. Oggi Aspasiel non ha più clienti ed è una società che è praticamente finita, con il silenzio grave di chi non ha vigilato sull’attuazione del piano industriale».

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