Terni, assunzioni Sec: ‘pressing’ sul Viminale

Piano di riequilibrio, blocco e tentativo di deroga: palazzo Spada chiede ancora l’autorizzazione per poter procedere. In ballo sette figure part-time e supplenze brevi

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di S.F.

Cinque istruttori didattici, un istruttore educativo e un insegnante di religione, tutti part-time e per nove mesi. Più supplenze brevi per assenze giornaliere di personale in malattia. Assunzioni, servizi educativi comunali e necessità urgente di procedere per evitare la chiusura di alcuni plessi scolastici: palazzo Spada, nonostante il blocco del ministero dell’Interno a causa della bocciatura del piano di riequilibrio da parte della Corte dei conti, prova a ‘forzare’ la mano chiedendo ufficialmente l’autorizzazione al Viminale.

Tiziana De Angelis

TIZIANA DE ANGELIS: «CHIEDEREMO LA DEROGA PER I SEC»

Disfunzione e urgenza Il Comune aveva già richiesto al ministero l’autorizzazione all’assunzione temporanea per i servizi educativi comunali in due occasioni, il 20 giugno e il 6 luglio. Peccato che, a stretto giro, è arrivato il semaforo rosso della Corte dei conti sul piano di riequilibrio pluriennale: il 27 luglio stop totale per l’ente e guai per palazzo Spada. Problema non di poco conto e che la stessa amministrazione – il CoSec lanciò l’allarme sulla questione – ha riconosciuto: «Questo Comune ribadisce l’esigenza fondamentale di fare fronte al servizio per la sua natura essenziale, pena la chiusura di alcuni plessi scolastici». Sì, perché le mancate assunzioni «potrebbero comportare un blocco con conseguente inevitabile disfunzione e in alcuni casi l’interruzione di un servizio finalizzato a garantire il diritto allo studio per la fascia 0-6. Devono essere effettuate senza indugio».

IL COSEC ATTACCA: «STOP ASSUNZIONI, I SERVIZI EDUCATIVI COMUNALI A RISCHIO»

Le richieste e i costi Sette nuove figure (i cinque istruttori didattici e l’educativo sono di sostegno, rispettivamente part-time 18 e 9 ore) per nove mesi, più supplenze brevi nel caso il servizio non potesse essere garantito – malattia – per garantire il rapporto adulto/bambino: l’esigenza quantificata è di 7 mila 500 ore per un esborso di 92 mila 500 euro. «Il costo – specifica la giunta – complessivo delle assunzionki viene quindi determinato in 150 mila 600 euro», comprendente gli istruttori, l’insegnante e le supplenze brevi.

«NON CI SONO CERTEZZE»

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L’appello Insomma, c’è da muoversi – in realtà si è già in ritardo – perché il problema è reale: «Gli attuali utenti – sottolinea l’amministrazione – dei servizi hanno presentato regolare domanda di prima iscrizione o di conferma rispettivamente a febbraio (scuola dell’infanzia) e a maggio (nidi). L’ente ha assicurato la frequenza, applicando la relativa retta. Il servizio va garantito per l’intero anno scolastico agli utenti ai quali è stata comunicata l’accettazione di iscrizione, in quanto, permettendo la norma la presentazione di domanda a una sola scuola pubblica (statale o paritaria), le graduatorie di tutte le scuole sono state ormai definite e chiuse». Il nuovo tentativo è lanciato.

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