Terni: «Ecco perché l’impianto non parte»

Il Comune impone lo stop alla ‘pirolisi’ a Maratta: «L’iter autorizzativo non è ancora stato ultimato»

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Stop, fermi tutti. L’impianto – di proprietà della Viterbo Energy (umbriaOn se ne era occupato il 7 marzo 2015) che dovrebbe produrre ‘combustibile da materie plastiche’ attraverso una ‘degradazione termica del materiale organico’ – e intorno al quale era scoppiata una polemica politica, per adesso almeno non parte.

LE FOTO DELL’IMPIANTO

La storia Le cose sarebbero andate così: tutto nasce dal fatto che la proprietà di quel capannone intorno al quale si è scatenata la gazzarra era suddivisa tra la Viterbo Energy e il Mediocredito Italiano e che, nella fase di avvio della procedura autorizzativa, la Viterbo Energy avrebbe, con un’autocertificazione che pare sia prevista dalle norme, garantito che nella parte di fabbricato di sua competenza, tutto fosse – in previsione dell’Autorizzazione unica ambientale (Aua) –  in regola dal punto di vista edilizio.

I dubbi Nel pomeriggio arriva la versione ufficiale del Comune di Terni: «A seguito di controlli tecnici e amministrativi, sono emerse alcune incongruenze tra le dichiarazioni di conformità urbanistica e edilizia allegate alla pratica di autorizzazione unica ambientale presentata da Viterbo Energy e le rappresentazioni grafiche della situazione esistente in loco, risultante da titoli abilitativi edilizi rilasciati ad altri soggetti giuridici. Entrambe le documentazioni riguardano il medesimo immobile su cui è prevista la riattivazione dell’impianto produttivo.
Gli uffici, conseguentemente, hanno avviato un procedimento volto ad accertare la coerenza e la veridicità delle dichiarazioni di conformità. In esito agli accertamenti, da effettuare in contraddittorio con la società proprietaria delle aree (Mediocredito Italiano Spa) e con la Regione dell’Umbria (che ha curato gli aspetti istruttori dell’Aua), si potrà concludere il procedimento confermando le autorizzazioni rilasciate oppure annullando le stesse in via di autotutela amministrativa».

L’assessore L’operato del Comune di Terni, spiega l’assessore all’ambiente Emilio Giacchetti, «è ancora una volta incentrato sul massimo rispetto delle norme e sulla trasparenza nella comunicazione ai cittadini. Noi diciamo con massima chiarezza che è errato, fuorviante, parlare di inceneritore, mini o maxi che sia, siamo di fronte a un impianto di pirolisi, teso alla produzione, dalla materia plastica, di olio combustile e gas. Il suo impatto ambientale non può essere nella maniera paragonato a un impianto di incenerimento dei rifiuti, ciononostante tutto deve essere in perfetta regola. Alla Regione spetta una valutazione tecnico ambientale dell’impianto di Maratta, al Comune di Terni una valutazione edilizia e acustica. Le competenze comunali hanno portato all’emersione di alcuni aspetti da approfondire. Se l’approfondimento dirà che si può andare avanti ne prenderemo atto, altrimenti l’autorizzazione, peraltro proveniente da una precedente voltura, verrà revocata, senza alcun tentennamento o riverenza verso questa o quella proprietà. A noi interessa il rispetto delle regole e la situazione ambientale del nostro territorio, il resto lo lasciamo ai vecchi e nuovi mistificatori».

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