Terni, caso-Farinacci: «Non demonizzare»

La società sportiva lo esonera dal ruolo di coach, ma «prende le distanze da una generalizzazione che superficialmente potrebbe allontanare le persone dallo sport»

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Riceviamo e pubblichiamo

«Lo staff di Crossfit Terni intende con la presente prendere le distanze su quanto accaduto all’atleta Diego Farinacci relativamente al Vostro articolo.

Un “prendere le distanze” che trova la sua dimensione nel dire che al gesto, alla scelta di un atleta, non andrebbe mai data la capacità di demonizzare od osannare uno sport intero. Se così fosse, ad oggi, non si dovrebbe più andare in bicicletta, in palestra o in un campo di atletica.

Diego Farinacci ha fatto una scelta, ha sicuramente avuto i suoi motivi, e adesso affronterà quelle che sono le conseguenze…come ogni uomo che compie un passo falso. Quanto accaduto è relativo ai suoi risultati nelle competizioni e non a ruoli che esulano da quello di atleta.

Il consiglio direttivo della associazione sportiva che gestisce Crossfit Terni è stato tenuto all’oscuro su quanto accaduto fino a quando, qualche giorno fa, le prime indiscrezioni sono trapelate.

In quel momento, anche in concomitanza di scelte commerciali non condivise che porteranno ad un prossimo trasferimento dell’ attività presso una sede più grande, con apertura verso altre discipline (anche olimpiche), il Farinacci è stato esonerato dal suo ruolo di coach.

Ogni giorno tra le mura di Crossfit Terni si lavora duramente e con passione per trasmettere un messaggio positivo, per migliorare la forma fisica e lo stato di salute di tantissime persone che, quotidianamente affollano il “box” per motivazioni diverse le une dalle altre, ma che insieme hanno creato una comunità che va ben oltre i confini di una “normale” attività sportiva.

Prendiamo quindi le distanze da una generalizzazione che superficialmente potrebbe allontanare le persone dallo sport “fatto” in prima persona e non guardato in TV o letto sulle testate giornalistiche, dallo sport fatto da tutti e per tutti e da chi, spesso con grandi sacrifici, cerca di allontanare le persone da display e divani».

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