Terni: «Comune sotto tutela giudiziaria»

‘Operazione Spada’, duro attacco delle opposizioni: «Terni non può essere ancora gestita da chi l’ha portata in questo stato»

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Da un lato il sindaco Leopoldo Di Girolamo alle prese con la comunicazione sull’Operazione Spada’, dall’altra le minoranze che, dopo aver abbandonato l’aula del consiglio comunale durante l’intervento del primo cittadino, hanno improvvisato una conferenza stampa per attaccare l’amministrazione: «Sono sotto tutela giudiziaria».

dimissioni-consiglio-sindaco-de-luca-terni-di-girolamoSeduta ‘infuocata’ Già prima del discorso di Di Girolamo c’erano stati attimi di tensione a palazzo Spada, con i vigili costretti a intervenire prima nei confronti di Cecconi (FdI-An), quindi con Piccinini (Pd), mentre le opposizioni mostravano cartelli con richiesta di dimissioni.

LITI E TENSIONI IN CONSIGLIO COMUNALE DOPO L’OPERAZIONE SPADA’

Arroganza ed errori Nella sala di minoranza è scattata dunque la conferenza stampa delle opposizioni: «Da Di Girolamo – hanno detto – non c’è nessuna intenzione di prendere atto della situazione, c’è arroganza. La situazione debitoria era nota a tutti da anni e anche quelli fuori bilancio: l’indagine in atto non fa altro che sollevare dubbi sulla gestione complessiva». Lunedì pomeriggio a palazzo Spada presenti i ‘pentastellati’ regionali Lucidi e Liberati, il consigliere regionale di FI Nevi, la rappresentante di FdI-An Pace (portavoce provinciale), il consigliere regionale Squarta e De Sio, dell’esecutivo nazionale del partito.

‘OPERAZIONE SPADA’, PARLA LEOPOLDO DI GIROLAMO

de-luca-melasecche-conferenza-comune-inchiestaL’attacco In quanto agli assessori indagati, le opposizioni hanno sottolineato che «dovrebbero fare un passo indietro ed è stato un errore del sindaco non metterli fuori: gli avvisi di garanzia limitano la loro possibilità di lavoro, e quindi anche della giunta. L’amministrazione è sotto tutela giudiziaria e tre indagati (dirigenti e funzionari comunali; ndr) erano presenti questo pomeriggio. Un fatto inopportuno».

Mirino su Bucari L’attacco è diretto soprattutto a Stefano Bucari: «L’unico comune denominatore per tutto ha un nome ed un cognome preciso: Stefano Bucari, visto che Piacenti D’Ubaldi essendo titolare del bilancio non poteva che finire nella storia. Terni non può essere ancora gestita da chi l’ha portata in questo stato».

L'atto di indirizzo delle opposizioni

L’atto di indirizzo delle opposizioni

L’impedimento Le minoranze spiegano il motivo per il quale hanno deciso di abbandonare l’aula del consiglio prima dell’intervento di Di Girolamo: «Ci hanno impedito di discutere un nostro atto di indirizzo votando contro la nostra proposta e per questo siamo usciti. Da parte nostra ci saranno altre iniziative».

La richiesta di rimozione «La vicenda – di legge nell’atto – in generale e, in particolare, il possibile coinvolgimento personale e diretto di due assessori-chiave negli assetti di giunta nonché di dirigenti che occupano posizioni altrettanto strategiche, delegittima ulteriormente questa amministrazione, ingenerando tra l’altro nella pubblica opinione un forte disorientamento, disaffezione e sfiducia; pur nella piena condivisione dei principi garantisti del nostro ordinamento e dei diritti degli indagati, si ritiene che lo sviluppo dell’inchiesta e gli oneri che ne conseguono non siano compatibili con il normale espletamento delle funzioni assessorili e d’ufficio né con il rispetto dovuto alla terzietà delle istituzioni. Il consiglio comunale chiede che vengano tempestivamente rimossi dall’incarico gli assessori Piacenti D’Ubaldi e Bucari e sollevati dalle attuali mansioni i dirigenti a loro volta indagati». Firmato Forza Italia, M5S, ‘I Love Terni’ e FdI-An.

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