Terni, crisi commercio centro: «No grandi spazi per Gruber, Camuzzi e stazione»

Sono alcuni degli spunti emersi nell’ambito del quadro strategico di valorizzazione. Focus anche sulle aliquote derivanti dal dissesto

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di S.F.

Il maxi spazio al piano terra di palazzo Briganti, lungo corso Vecchio a Terni. Desolatamente vuoto – sono trascorsi tre anni, era il febbraio 2021 – da quando Piazza Italia ha deciso di mettere la parola fine all’avventura commerciale in centro: è uno dei simboli della difficoltà che, ormai da tempo, sta attraversando il centro cittadino su questo fronte. Su questo fronte sono diversi gli input arrivati al Comune dai portatori di interesse nell’ambito dei tavoli per il quadro strategico di valorizzazione.

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Corso Vecchio

Le indicazioni: tasse e grandi spazi

Di norma le tematiche tirate più in ballo sono legate ai parcheggi e all’attrattività’ dei negozi. I confronti nel corso degli ultimi anni sono stati numerosi ma, allo stato attuale, un vero cambio di tendenza non c’è. Tra turnover e tentativi di apertura, il bilancio di norma è sempre in perdita e le motivazioni sono varie: nel documento di riepilogo sono elencate grazie all’apporto degli stakeholders che hanno partecipato allo specifico tavolo di confronto. In primis viene citato il problema «delle aliquote delle tassazioni derivanti da dissesto»: come noto sono – lo prevede la normativa – state innalzate al massimo nel 2018 e in linea teorica, con il rendiconto finale di gestione dell’Osl, a stretto giro ci si potrebbe mettere mano. Tutto da vedere. L’osservazione arrivata all’amministrazione inoltre è quella di «evitare grandi spazi commerciali per Gruber, Camuzzi e stazione»: in questo il riferimento è alle riqualificazioni delle aree (l’unica concreta ed in corso al momento è per lo scalo ferroviario).

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Via Roma

Credito e commercio storico

Poi ci sono altre indicazioni, come ad esempio il «commercio storico quasi scomparso nel centro per fare posto a franchising» o il «problema accesso al credito per apertura attività». Un altro consiglio messo nero su bianco è per gli «operatori economici che devono essere pronti a forme di collaborazione innovativa» e una «necessità di favorire per il commercio una maggiore flessibilità d’uso». Ed in tutto ciò c’è anche il focus sul «portare l’università in centro crea opportunità per attrarre flussi e rivitalizzare». Vedremo se in concreto si svilupperà qualcosa.

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