Terni, Cromo nell’aria. M5S: «Dati allarmanti»

Andrea Liberati e Thomas De Luca: «Valori limite ben lontani dal 2-8% di sicurezza. Cromo esavalente non inserito tra i contaminanti da esaminare»

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Il documento è stato consegnato il 1 giugno al Comune di Terni, proviene dall’Arpa e si riferisce a ‘Cromo esavalente nell’aria della Conca Ternana: primi risultati’. Secondo Andrea Liberati e Thomas De Luca, del Movimento 5 Stelle, «i dati che contiene estremamente allarmanti tutt’altro che tranquillizzanti che confermano pienamente le nostre preoccupazioni».

LO STUDIO DI ARPA

L’Iter La sperimentazione, spiegano Liberati e De Luca, «è stata avviata da Arpa Umbria dopo due interrogazioni, incontri, pressioni politiche e un atto d’indirizzo del M5S, prima obliato in commissione e poi dopo una nuova incursione approvato in Consiglio a febbraio di quest’anno. Il rapporto prende a riferimento la soglia prevista, pari a 8 ng/m3, dall’Agenzia americana di protezione ambientale (Epa) per il cromo esavalente presente in atmosfera e che può essere inalato nell’arco di una vita senza provocare un incremento significativo del rischio di cancro».

«In regola» periodo Il monitoraggio «è stato svolto nel periodo, febbraio-aprile, con 12 cadenze a distanza non precisata nelle aree di Borgo Rivo e Prisciano. All’interno del rapporto si afferma che “In tutti i campioni raccolti in questa prima fase, la percentuale di Cromo esavalente rispetto al Cromo totale è mediamente pari al 2-8%, in linea con i dati di letteratura”. Nelle conclusioni i tecnici affermano che “Le concentrazioni di cromo esavalente misurate nel presente studio non risultano preoccupanti: la concentrazione più elevata di cromo esavalente rilevata a Prisciano (7,3 ng/m3) rimane al di sotto del valore di riferimento US EPA RfC, pari a 8 ng/m3”. Teniamo a sottolineare, però, che i valori di Prisciano registrati si trovano per tre volte su undici immediatamente in prossimità della soglia limite».

«Non in regola» Secondo i due rappresentanti del Movimento 5 Stelle, però, «c’è un elemento che fa davvero accapponare la pelle ed è che i valori di riferimento per il cromo totale nei mesi monitorati sono ben lontani dai valori medi degli anni passati e dei picchi massimi raggiunti. Se dovessimo considerare il range indicato da Arpa Umbria (2-8%), l’anno 2015 (148 ng/m3) sarebbe sicuramente sopra questa soglia limite, per non parlare dei picchi raggiunti oltre i 300 ng/m3. I valori delle deposizioni non si discostano minimamente da questo range ed è quindi pienamente comprensibile che il cromo analizzato in aria, quasi totalmente rimane tale anche nel terreno».

«Non lo cercano» Liberati e De Luca definiscono «vergognoso ed insostenibile il fatto che la Regione Umbria e di conseguenza la Usl 2, per gli elementi in nostro possesso, non abbia inserito il cromo esavalente tra i contaminanti da esaminare nel piano di monitoraggio della filiera agroalimentare. Non si trova ciò che non si cerca ed è ormai chiara la volontà della Regione. Ci chiediamo se tutti siano coscienti degli effetti mutageni e cancerogeni del cromo esavalente sulla salute umana. La vera grande domanda, però, è come facciano a dormire sonni tranquilli».

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