Terni: «Di Girolamo, modello di attenzione»

Per Carlo Emanuele Trappolino, segretario provinciale del PD, «si conferma amministratore scrupoloso e affidabile. Ora al lavoro per migliorare la riforma»

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di Carlo Emanuele Trappolino
Segretario provinciale di Terni del Partito democratico

In una fase straordinaria per il Comune di Terni, dove il riconoscimento dell’area di crisi complessa e l’accesso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale impongono un supplemento di attenzione e progettualità da parte delle principali rappresentanze istituzionali, Leopoldo di Girolamo si conferma amministratore scrupoloso e affidabile, rassegnando le dimissioni dalla presidenza della Provincia di Terni, con due anni di anticipo sulla scadenza naturale del mandato.

La scelta, dettata da valutazioni di grande equilibrio rispetto tanto agli impegni stringenti per la città quanto al merito della fisionomia istituzionale dell’ente Provincia, qualifica in maniera del tutto positiva l’operato e la correttezza politica e istituzionale di Di Girolamo.

In questi primi anni di applicazione della legge di riordino delle province (L. n. 56/2014) che ha introdotto un regime transitorio in attesa della riforma costituzionale e delle relative norme di attuazione (art. 1, comma 51, L. n. 56/2014), si sono manifestate molteplici criticità che necessitano di correttivi e aggiustamenti.

A più riprese, infatti, i provvedimenti finanziari del governo hanno dovuto rivedere i tagli draconiani programmati, per evitare di mettere in discussione l’esercizio delle funzioni fondamentali da parte delle province e il percorso di ricollocazione del personale dipendente non si è dimostrato per nulla agevole.

Il tutto in un contesto politicamente anomalo, segnato dalla asincronia rispetto alle elezioni della rappresentanza istituzionale.

Bene, nonostante questa molteplicità di elementi di incertezza e complessità, in questi due anni, grazie alla guida autorevole del Presidente Di Girolamo, il prezioso impegno, la competenza e il lavoro del personale dipendente e la collaborazione leale e responsabile tra i consiglieri di maggioranza e i rappresentanti della minoranza, si è sempre assicurato il corretto funzionamento dell’ente nell’espletamento delle sue funzioni.

L’obiettivo di ‘esuberi zero’ è stato raggiunto nonostante quella che è stata definita ‘la più grande ricollocazione di personale avvenuta nel settore della pubblica amministrazione’. I processi di mobilità hanno infatti riguardato complessivamente quasi 19 mila dipendenti.

Ora è tempo di una sostanziale revisione della legge e di una manutenzione straordinaria del livello istituzionale d’area vasta.

In particolare, sarebbe opportuno ‘depoliticizzare’ l’assetto ordinamentale, togliendo quegli strumenti di partecipazione che riconducono la competizione per la composizione del Consiglio e del Presidente alle posizioni partitiche, e responsabilizzare direttamente i sindaci (come peraltro è stato fatto per gli ATO).

C’è infine da risolvere la definizione delle condizioni finanziarie affinché l’ente possa svolgere il proprio ruolo e assolvere ai compiti che la legge gli ha assegnato, considerando che se il referendum costituzionale darà esito positivo saranno le regioni a legiferare in materia (art. 40, comma 4 della legge di riforma).

Su questi aspetti ci faremo carico, come Pd provinciale, di proseguire un confronto e una riflessione e di portare un contributo concreto per il futuro.

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