Terni e ambiente: Regione a gamba tesa

«Ogni autorizzazione deve essere preceduta da una verifica attenta e scientifica»

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La faccenda si presta a più di un’interpretazione. Ma di sicuro si tratta di un fatto importante. Perché la giunta regionale, proprio alla vigilia delle due importanti conferenze dei servizi convocate dalla Provincia di Terni per martedì e venerdì – per gli impianti di trattamento dei rifiuti di ‘Aria’  ‘Terni Biomassa’ e per le quali si sono già mobilitati ambientalisti e oppositori vari – ha preso una decisione destinata a far discutere.

Il vertice Ci sarà bisogno, ha stabilito la giunta regionale, di «una riunione istituzionale e tecnica, alla quale parteciperanno Comune, Provincia, Arpa ed Aziende sanitarie, per avviare una valutazione complessiva delle problematiche ambientali del territorio del Comune di Terni». La Regione, infatti «ritiene indispensabile che una questione così delicata come quella delle autorizzazioni ambientali, ed in particolare in materia di trattamento termico dei rifiuti, sia accompagnata da ogni precauzione, al fine di conseguire un miglioramento dello stato della qualità dell’aria dell’intero territorio ternano, già particolarmente sensibile».

«Sostenibilità» La presidente, Catiuscia Marini, chiarisce la posizione della Regione spiegando che «è arrivato il momento che ogni singola autorizzazione, soprattutto in un’area come quella che interessa la città di Terni, deve essere preceduta da una verifica attenta e scientifica, che tenga conto della realtà complessiva e che dunque, attraverso tutti i supporti tecnici indispensabili, chiarisca con certezza se su quel territorio si possa procedere con ulteriori impianti di smaltimento o se invece è il caso di fermarsi».

«Massima collaborazione» Ed è per questo motivo, dice ancora Marini, «che nei prossimi giorni avremo un incontro con gli enti interessati, ai quali chiederemo la massima collaborazione nell’interesse della città di Terni e dei cittadini che in quel territorio vivono e respirano. Il problema – sottolinea la presidente – non è della correttezza formale dell’autorizzazione di un singolo impianto, ma è quello, molto più importante, della sostenibilità ambientale e della vivibilità di un intero territorio che deve essere garantita e salvaguardata».

Cosa succederà L’interrogativo che ci si pone, a questo punto è semplice: ma allora fino ad oggi non sono stati utilizzati «tutti i supporti tecnici indispensabili» ai quali fa riferimento la Regione? Ma non solo: se del «problema della sostenibilità ambientale e della vivibilità di un intero territorio che deve essere garantita e salvaguardata» vuole farsi carico la Regione, significa che esistono perplessità sul comportamento tenuto fino ad oggi dagli altri soggetti – Comune, Provincia, Arpa e Aziende sanitarie – in campo? E che potrebbero anche non prenderla bene.

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