Terni e il fascismo: «Amore e odio»

Per lo storico Angelo Bitti, autore del libro ‘Il fascismo nella provincia operosa’, è un’esperienza storica chiusa, ma ci sono ancora dei nostalgici

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di Fra.Tor.

«Il rapporto tra Terni e il fascismo è stato un po’ di amore e odio, mediato dalla grande industria. Oggi come esperienza storica è chiusa, ma ci sono ancora dei nostalgici». Martedì pomeriggio all’Archivio di Stato di Terni è stato presentato il volume ‘Il fascismo nella provincia operosa’, scritto dallo storico Angelo Bitti.

Terni e il fascismo

Quello tra Terni e il fascismo, per lo storico Angelo Bitti, è stato «un rapporto molto stretto, ma mediato anche dalla presenza della grande industria. Quindi un rapporto di amore e odio in stretta relazione poi con l’acciaieria. E questo ha segnato un po’ l’identità della stessa città, del resto anche in questi ultimi decenni il rapporto con l’industria è un po’ cambiato». Il fasciamo, come esperienza storica, «è chiusa, in realtà però ci sono tanti nostalgici. Nel biennio 1943-1945 c’è stata una vera e propria guerra civile che ha opposto italiani fascisti a quelli antifascisti, e ovviamente ci sono ancora nostalgici che evidenziano ed esaltano certe cose del fascismo».

‘Il fascismo nella provincia operosa’

Con il regio decreto n.1 del 2 gennaio 1927 il Governo istituiva 17 nuove province, tra cui quella di Terni, espressione di quell’Umbria verde, terra d’arte, di misticismo, ma anche di operosità e modernità, considerata dalla pubblicistica fascista cuore della nuova Italia di Mussolini. Il volume ne ripercorre il ventennio nero cercando di coniugare storia politico-istituzionale e socio-economica, delineando un case study esemplare. Emerge così il condizionamento esercitato dal regime sui processi di formazione e consolidamento dei ceti dirigenti locali: si delinea meglio il rapporto con le vecchie élites, ma anche la capacità di promuoverne di nuove o di fare coesistere entrambe. Lo studio del Pnf locale, contrassegnato, come molti altri fascismi provinciali, dal ‘beghismo’ e da contrasti con altri poteri, ha poi rivelato lo sforzo profuso da quest’ultimo per inserirsi nelle diverse dinamiche territoriali, creare e controllare reti clientelari al fine di ottenere il consenso; nel contempo, ha permesso di accertare le difficoltà incontrate nella fascistizzazione del ceto operaio, ma anche nei rapporti con quei poteri che si dimostrano spesso refrattari alla sua influenza: la Terni polisettoriale di Arturo Bocciardo e la Chiesa. Ciononostante, il fascismo ternano appare in grado di esercitare un ruolo nel progetto di conquista della società locale, coerentemente con l’accelerazione nel processo di creazione dello Stato totalitario di cui negli anni trenta è strumento il Pnf staraciano.

Angelo Bitti

Angelo Bitti

Dottore di ricerca all’Università degli studi della Tuscia, Angelo Bitti è docente di materie letterarie negli istituti d’istruzione superiore e collabora con l’istituto per la storia dell’Umbria contemporanea. Si occupa di storia contemporanea, con particolare interesse alle tematiche riguardanti il fascismo, le due guerre mondiali e la ‘Resistenza’. È inoltre uno dei ricercatori che hanno contribuito alla realizzazione dell’Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia.

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