Terni e il problema acustico: 2.454 edifici ‘critici’ in centro

C’è l’aggiornamento del piano d’azione dell’agglomerato di Terni: focus sul rumore

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di S.F.

Terni e il piano d’azione dell’agglomerato, tempo di rimetterci mano come impone la normativa. Che significa? In sostanza è un documento tecnico che studia e determina i problemi legati al rumore ambientale. Nonchè la sua gestione. Con tanto di priorità d’intervento e individuazione delle zone più critiche. In testa non poteva che esserci il centro cittadino.

L’ADOZIONE DELL’ESTATE 2021

L’indice di priorità

Il significato

Nel 2017 l’allora esecutivo Di Girolamo approvò la mappa acustica strategica dell’agglomerato di Terni – tutto si basa sul decreto legislativo 194 del 2005 – e, nel marzo 2023, c’è stato il primo aggiornamento. Ora c’è il secondo, sviluppato dalla direzione ambiente in collaborazione la Ipool srl. Il corposo atto contiene anche il censimento degli edifici sensibili al rumore: tutto ciò rappresenta «una ricognizione degli interventi da attuare per ridurre o mitigare l’esposizione della popolazione al rumore, ma non ha le caratteristiche vere e proprie di uno strumento di pianificazione, non avendo né effetti pianificatori né di carattere normativo». Se ne è occupata in primis l’ingegnere Marta Frittella, la responsabile del procedimento.

L’area critica del centro

La soglia e la priorità

Gli edifici definiti ‘critici’ sono quelli sulle cui facciate si «osserva un superamento massimo dei limiti normativi di almeno 5 dB(A)». Motivo di questa scelta? Per evitare la creazione di un numero limitato di ampie aree critiche. In testa nell’indice di priorità c’è l’area del centro: qui vengono messi nero su bianco 2.454 edifici critici (23 sono ad uso scolastico e 2 ad uso ospedaliero) per una popolazione coinvolta di 35.294 persone. Bene, che si fa dunque? Tra le azioni di risanamento elencate risultano barriere antirumore, interventi diretti ai ricettori e il posizionamento di finestre fonoisolanti. Il costo stimato dal piano di azione è di quasi 400 mila euro. «Un intervento su un’area così estesa richiede una riflessione più ampia e non basata esclusivamente su parametri acustici».

La Rup Marta Frittella

Criticità e disturbi

A seguire figurano in lista l’Ipsia, il liceo Donatelli e il Galilei. «Dai risultati complessivi – si legge nella sintesi – contenuti nella relazione relativa alla mappatura acustica strategica è emerso come la sorgente stradale sia la maggior causa di inquinamento acustico all’interno dell’agglomerato. Un contributo non trascurabile è da attribuire alle sorgenti industriale, mentre risulta poco rilevante l’impatto delle infrastrutture ferroviarie». Da ricordare che le aree critiche ci sono in caso di superamento dei limiti in edifici sensibili. Ma quali sono le conseguenze esposte? Si parla di cardiopatia ischemica, fastidio forte e disturbi gravi del sonno. «Da una stima degli effetti nocivi derivanti dall’esposizione al rumore da traffico stradale, le azioni previste nel piano, se attuate, consentirebbero la riduzione del 25,8% del numero di individui interessati dall’effetto nocivo fastidio forte e del 30,6% del numero di individui interessati dall’effetto nocivo disturbo grave  del sonno». Hanno lavorato al documento anche il dirigente Paolo Grigioni, il direttore dell’esecuzione Paolo Corazzi, l’ingegnere Giorgia Pregolini e, per la Ipool, l’ingegnere Francesco D’Alessandro, la dottoressa Erica Marchetti, il dottore Giacomo Bai e l’ingegnere Giulia Crifaci.

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