Terni: «Ex Foresteria, no giochi di prestigio»

Marco Cecconi (FdI-An): «Il Tribunale ha iscritto ipoteca a garanzia di un debito del Comune nei confronti di un fornitore»

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Marco Cecconi

Marco Cecconi

di Marco Celestino Cecconi
Capogruppo di FdI-An al consiglio comunale di Terni

È ufficiale: i tanto sbandierati incassi che il Comune di Terni sosteneva di dover introitare da parte di Telecom per la ‘faccenda-Socrate’ non sono mai esistiti, tant’è vero che nel bilancio di previsione-2016 non figurano più. Altra notizia non meno rimarchevole: la palazzina di Piazza Tacito, ex foresteria delle Acciaierie – proprio quella dalla cui vendita, nel bilancio di previsione dell’anno scorso, Palazzo Spada vagheggiava di ricavare cifre peraltro inaudite – adesso diventa un “bene inalienabile”.

Sono gli esiti, stupefacenti, di due interrogazioni che avevo indirizzato nelle scorse settimane all’assessore Piacenti D’Ubaldi in vista del previsionale di quest’anno, alle quali ho avuto risposta stamane in consiglio.

Come volevasi dimostrare – e come avevo sostenuto sin dall’inizio – le entrate/Telecom erano del tutto fittizie: ed infatti, nel contenzioso in essere con la Società di telefonia, per il Comune di Terni è arrivata l’ennesima secca bocciatura.

Più gravi, se possibile, gli sviluppi – anzi, le involuzioni – della questione legata all’ex foresteria: sulla quale da mesi il Tribunale ha iscritto ipoteca a garanzia di un debito conclamato del Comune nei confronti di un fornitore. Anziché saldare il debito, cancellare l’ipoteca, rientrare nel pieno possesso del bene eccetera eccetera, com’è che adesso Di Girolamo & C. sperano di bypassare l’espropriazione dell’immobile e la vendita all’incanto? Dichiarandone unilateralmente l’invendibilità – con un emendamento di giunta al piano delle alienazioni – confidando magari in un improbabile e alquanto surreale effetto retroattivo di una simile enormità.

Stiamo parlando, tra Telecom e palazzina, di una decina di milioni – falsi – sull’ipotesi dei quali la giunta aveva cercato di darci a bere, l’anno scorso, di chiudere il bilancio in pareggio. Stiamo parlando di meschini giochi di prestigio, dal trucco fin troppo facile e scoperto.

Giochi di prestigio: ai quali l’Amministrazione-Di Girolamo evidentemente non sa rinunciare, se è vero come è vero che adesso pretende di sottrarre al Tribunale la palazzina di Piazza Tacito quasi fosse un bene UNESCO, quando invece proprio non lo è.

Giochi di prestigio sempre più a rischio: come quelli sui quali è costruito anche il bilancio di previsione 2016, del quale oggi pomeriggio inizia la discussione in aula.

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