Giunto in Italia dalla Costa d’Avorio insieme ad uno dei quattro figli, si era fatto raggiungere un po’ di tempo dopo da tutto il resto della famiglia. Una vita nuova – questa la speranza della moglie e della prole – ‘tradita’ da una realtà molto diversa da quella immaginata. Tanto che l’uomo, 56enne difeso dal’avvocato Giorgio Panebianco, alla fine è stato denunciato dalla donna per maltrattamenti in famiglia.
Maltrattamenti In base a quanto denunciato, l’ivoriano avrebbe costretto moglie e figli a subire tutta una serie di maltrattamenti, fisici e psicologici. A partire dall’ospitalità alla sua nuova compagna, un’Italiana, proprio nell’appartamento dove la famiglia viveva, ad Amelia. Ma anche percosse ai figli se non facevano i compiti e un generale stato di indigenza che avrebbe costretto la donna e i quattro figli, al tempo dei fatti – fra il 2010 e il 2011 – tutti minori, a doversi difendere dai rigori invernali anche in casa, con giacconi, sciarpe, cappelli e guanti. Mentre lui – secondo l’accusa – aveva la sua bella stufetta elettrica in camera, peraltro inaccessibile a tutti gli altri.
Il processo L’ultimo episodio, datato giugno 2011, è quello che ha spinto la donna a sporgere denuncia: durante una lite, il marito aveva chiuso con violenza una porta a vetri, ferendola ad una mano. Il processo a carico del 56enne è in corso di fronte al tribunale di Terni e nell’udienza di venerdì mattina il giudice Massimo Zanetti ha ascoltato l’imputato, che ha negato ogni addebito, e due testimoni citati dalla difesa. Per le parti civili – la donna e i suoi quattro figli – era presente l’avvocato Barbara Grillini. La prossima udienza, quella da cui dovrebbe emergere la sentenza, è stata fissata per il 15 aprile.