Terni, fine dissesto e debiti: 234 creditori di mezzo. Per gli ordinari si punta al 70%

Via libera al piano di liquidazione: partita più che complessa

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di S.F.

Importo del debito certo, liquido ed esigibile – non considerando le cause pendenti – da 33,2 milioni di euro. Poi c’è anche altro, fatto sta che ora è tempo di gestire il post dissesto in Comune a Terni e non sarà una passeggiata: lo si evince dall’atto di giunta per la presa d’atto della situazione attuale dopo che l’Osl ha tolto le ‘tende’ da palazzo Pierfelici lo scorso 10 gennaio. In arrivo in consiglio comunale le variazioni di bilancio necessarie e soprattutto la riunione delle contabilità.

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La necessità e il vincolo giuridico

In sostanza ora per palazzo Spada è giunto il momento di definire tutte le posizione debitorie rimaste a suo carico. Non sono poche e soprattutto valgono un bel po’ di milioni. Come? Ad esempio – uno dei passaggi citati – avviando con i creditori una nuova negoziazione per una transazione nei limiti del 70% «senza la corresponsione degli interessi e ogni altro onere accessorio». Andrà bene? Vedremo. La dirigente alle attività finanziarie Grazia Marcucci scrive inoltre che la «possibilità di discostarsi dalle proposte transattive elaborate dall’Osl discende dalla considerazione che, essendo state dette proposte rifiutate, nessun vincolo giuridico è sorto». Ci sarà un accentramento nella sua direzione per la definizione della liquidazione delle passività dell’ente, mentre alle restanti viene chiesto di «assicurare la massima leale collaborazione». Anche perché dall’alto vogliono evitare di «acquisire ulteriori mezzi finanziari rispetto a quelli già disponibili». Ma quanti sono i creditori in ballo?

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Le risultanze definitive

I creditori

Escludendo le cause (25, che valgono in totale ben 20 milioni di euro), quelli legati a debiti certi ed esigibili sono 234: in maggior misura (schema a fianco) sono privati ordinari e la somma accantonata (sempre togliendo dal conto ciò che riguarda i contenziosi pendenti) è ‘solo’ di poco superiore ai 24 milioni di euro. Partita complessa. In ogni caso l’obiettivo è scontato: «Mantenimento in bonis dell’attuale stato finanziario, economico e patrimoniale, evitando in prospettiva che la riunione delle contabilità ante e post dissesto unitamente alla trattazione delle partite debitorie, non concluse dall’Osl al termine della procedura, possano minare l’equilibrio dell’ente scongiurando di dover ricorrere ad altri strumenti di gestione previsti per gli enti deficitari e/in disequilibrio». Viene inoltre puntualizzato che la dichiarazione di dissesto «non preclude che sui debiti pecuniari dello stesso maturino gli accessori e che la normativa che prevede il blocco della rivalutazione monetaria e degli interessi». Dunque per i creditori privilegati (pochini) ci sarà il pagamento integrale e per gli ordinari il 70% delle somme dovute. Funzionerà? Per la gestione degli oneri post dissesto c’è l’importo di 5,7 milioni di euro.

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