Ha provato a comprare uno smartphone su internet ma è rimasto ‘fregato’. Alla fine, quando è andato a denunciare il venditore, ha scoperto che aveva una sfilza di precedenti, almeno trenta, e tutti per lo stesso motivo.
Il fatto è accaduto ad un ternano che, navigando sul web, si è imbattuto in un sito di vendite online. Lì ha trovato proprio quel telefono che cercava da tempo, ad un prezzo molto interessante: 200 euro. Ha contattato colui che aveva inserito l’annuncio – un uomo di origini campane – e poi si è messo d’accordo. Cento euro subito e l’altra metà all’arrivo della merce.
Lungo curriculum Così ha fatto, solo che dopo il primo versamento non è arrivato nulla. E, anzi, il venditore ha cambiato le carte – già truccate – in tavola: «Per spedirlo voglio l’intero importo». A quel punto l’acquirennte è andato in questura per comunicare i dati del soggetto e lì ha scoperto di avere a che fare con un truffatore seriale, capace di collezionare fra le trenta e le quaranta denunce nel giro di poco tempo. A queste si è aggiunta anche quella del giovane ternano.
Il meccanismo Soggetti come quello incrociato sul web dal ternano truffato, puntano sempre di più sul fatto che i cittadini tendono ad evitare di sporgere denuncia per importi che, da soli, possono apparire modesti, ma che sommati a quelli sottratti ad altri utenti, finiscono per rappresentare cifre interessanti per chi delinque online. Di contro le denunce restano il primo strumento per giungere all’identificazione dei soggetti, smascherarli e renderli, per quanto possibile, inoffensivi.