Terni, giovani morti: eseguite le autopsie

Nessun elemento in contrasto con l’ipotesi ‘tossica’ ma per avere il quadro completo bisognerà attendere i test tossicologici

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Nessuna anormalità e nessun elemento in contrasto con l’ipotesi ‘tossica’ formulata dalla procura della Repubblica di Terni, nel disporre il fermo – poi convalidato con la custodia cautelare in carcere dal gip – del 41enne Aldo Maria Romboli che avrebbe ceduto, per sua stessa ammissione, metadone a Flavio Presuttari e Gianluca Alonzi, i ragazzi di 16 e 15 anni ternani, trovati morti martedì mattina nei propri letti dopo aver trascorso insieme la serata di lunedì.

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I consulenti

Questo il primo elemento emerso nel corso dell’autopsia – andata avanti per circa quattro ore, fra le 8.30 e le 12.30 di sabato mattina – eseguita all’ospedale di Perugia sulle salme dei due adolescenti morti a Terni. Presenti all’esame il dottor Massimo Lancia, medico legale incaricato dall’autorità giudiziaria, ed in particolare dal pm Raffaele Pesiri, e la dottoressa Laura Paglicci Reattelli, consulente di parte incaricato dalla difesa del Romboli, rappresentata dall’avvocato Massimo Carignani.

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Gli interrogativi

I liquidi e gli organi prelevati dalle salme dei due ragazzi sono stati già consegnati al laboratorio di medicina legale di Perugia per le analisi che vedranno in campo l’altro consulente incaricato dalla procura ternana, la dottoressa Paola Melai. Si tratta delle analisi tossicologiche relative ai campioni biologici ed anche a tutto il materiale nella disponibilità dei due ragazzi e sequestrato dai carabinieri del comando provinciale di Terni in fase di indagine. I primi risultati dei test potrebbero giungere nell’arco di due/tre settimane – minimo – e saranno decisivi sia dal punto di vista di una più precisa formulazione delle eventuali contestazioni da parte degli inquirenti, nei confronti del Romboli, ma anche della compresione delle cause alla base delle morti di Flavio e Gianluca, due giovani sani e fisicamente strutturati, certamente non conosciuti come tossicodipendenti.

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«Analisi qualitative e quantitative»

«Dall’autopsia – osserva la dottoressa Reattelli, perito di parte – non è emerso alcun elemento di rilievo che può condurci ad una diagnosi. Dobbiamo attendere le analisi tossicologiche, qualitative e quantitative, per capire se e nel caso cosa, e in quali quantita, abbiano assunto i due ragazzi. Accertamenti che interesseranno per forza di cose quanto sequestrato dagli inquirenti in fase di indagine. Le dovute comparazioni, unite a quanto già detto, potranno delineare un quadro più chiaro e, in questo momento, la sola spiegazione relativa a metadone, per tutta una serie di elementi, non può essere ritenuta di per sé sufficientemente convincente».

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