Terni, impianti discussi Se ne avvia un altro

Due anni dopo che umbriaOn ne aveva rivelato l’esistenza, il Comune che lo aveva fermato autorizza l’avvio della produzione di ‘combustibile da materie plastiche’

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Di quell’impianto – che sta in via Luigi Casale, lungo la Marattana a Terni, a un tiro di schioppo da quello di Terni Biomassa e da quello di Aria-Acea e di proprietà della Viterbo Energy – umbriaOn se ne era occupato, per primo, due anni fa: il 7 marzo 2015. Si tratta di un coso che dovrebbe produrre ‘combustibile da materie plastiche’ attraverso una ‘degradazione termica del materiale organico’, ma la faccenda non era passata inosservata ed era  scoppiata una polemica politica. Poi – anche se c’era voluto un po’ di tempo – tutto era stato stoppato.

LE FOTO DELL’IMPIANTO

L’allarme «Comune e Regione – aveva denunciato a giugno 2016 il consigliere comunale Thomas De Luca (M5S) – hanno autorizzato un nuovo impianto, un reattore a pirolisi nell’area di Maratta bassa da 600 chilowatt termici. L’autorizzazione è stata rilasciata nelle scorse settimane nel più totale silenzio, senza alcuna informazione verso la cittadinanza». De Luca parlava di «un vero e proprio mini­inceneritore».

Uno dei macchinari all’interno del capannone

L’assessore Emilio Giacchetti, l’assessore al ramo, aveva minimizzato: «Il nuovo impianto non ha nulla a che vedere con l’incenerimento. Innanzitutto è improprio persino di parlare di un nuovo impianto in quanto si tratta di una struttura autorizzata di fatto nel 2009 e in queste settimane si è proceduto a rilasciare l’autorizzazione a seguito di una voltura del 2015. Si tratta di un impianto che utilizza un processo di pirolisi che non prevede alcuna termocombustione e per questo non necessità di un’Aia ma di una più snella procedura, prevista dal legislatore nazionale e denominata Aua (Autorizzazione Unica Ambientale). La sua fase istruttoria, per gli aspetti tecnico-ambientali, fa capo alla Regione dell’Umbria, al Comune spettano le questioni relative al manufatto edilizio e all’impatto acustico».

Lo stop Un paio di giorni dopo, però, il Comune aveva fatto marcia indietro: «A seguito di controlli tecnici e amministrativi, sono emerse alcune incongruenze tra le dichiarazioni di conformità urbanistica e edilizia allegate alla pratica di autorizzazione unica ambientale presentata da Viterbo Energy e le rappresentazioni grafiche della situazione esistente in loco, risultante da titoli abilitativi edilizi rilasciati ad altri soggetti giuridici. Entrambe le documentazioni riguardano il medesimo immobile su cui è prevista la riattivazione dell’impianto produttivo. Gli uffici, conseguentemente, hanno avviato un procedimento volto ad accertare la coerenza e la veridicità delle dichiarazioni di conformità. In esito agli accertamenti, da effettuare in contraddittorio con la società proprietaria delle aree (Mediocredito Italiano Spa) e con la Regione dell’Umbria (che ha curato gli aspetti istruttori dell’Aua), si potrà concludere il procedimento confermando le autorizzazioni rilasciate oppure annullando le stesse in via di autotutela amministrativa». Insomma si fermava tutto.

Adesso è tutto in regola Un atto, firmato dal dirigente comunale Marco Fattore, adesso però dice che i problemi sono stati tutti risolti e che, quindi, lì in via Casale è tutto in regola. Si può cominciare a produrre ‘combustibile da materie plastiche’ attraverso una ‘degradazione termica del materiale organico’. Perché, per farla breve – tutta la storia dei passaggi di mano delle proprietà e delle autorizzazioni è riportata nella lettera – Fattore si limita a prendere atto «della SCIA in accertamento di conformità quale titolo abilitativo in sostituzione di quello dichiarato nel procedimento di Autorizzazione Unica Ambientale (AUA)», attesta che l’atto «costituisce integrazione all’Autorizzazione Unica» e che «il procedimento amministrativo (quello che aveva fermato tutto; ndr) si conclude senza procedere al adozione di provvedimenti in autotutela». E, insomma, quell’impianto annunciato potrà tranquillamente iniziare a lavorare.

 

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