Terni, imposte e tasse: stima da 162 milioni. L’impatto Covid

Bilancio finanziario 2021-2023, le previsioni d’entrata ed i problemi legati al virus: «Molte imprese e lavoratori precari non saranno in grado di effettuare versamenti per i tributi»

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di S.F.

«Oltre ai minori incassi, va evidenziato anche l’impatto che la crisi dovuta al Covid-19 avra nel medio periodo. Quasi sicuramente molte imprese industriali, artigiane o commerciali (ma anche tutti quei lavoratori precari titolari di partita Iva o impiegati con contratti di collaborazione che si sono visti cessare gli incarichi all’improvviso) non saranno in grado di effettuare versamenti per i tributi dovuti: si pensi all’Imu che è un’imposta di natura patrimoniale ed il cui presupposto impositivo non cessa con la sospensione di un’attivita economica». È un passaggio contenuto nella nota integrativa del bilancio di previsione finanziario 2021-2023 del Comune di Terni, la cui discussione è prevista a stretto giro in consiglio: gli uffici tecnici di palazzo Spada hanno quantificato in circa 162 milioni le entrare attese nel triennio per imposte, tasse e proventi assimilati.

IL DUP 2021-2023

Il sindaco Leonardo Latini

Spicca l’Imu

La voce più corposa riguarda proprio l’Imposta municipale unica (o propria). Si parte dai 24 milioni 50 mila euro dell’anno corrente ai 26 milioni e mezzo inseriti a bilancio per il 2023: il totale nel triennio supera i 75 milioni. Tra le varie voci c’è poi l’addizionale Irpef che va a pesare per oltre 30 milioni e la tassa di occupazione per spazi e aree pubbliche, quantificata in 60 mila euro. «L’emergenza che ha avuto progressiva diffusione – viene sottolineato – comporta pesanti effetti sulla gestione finanziaria da molteplici punti di vista, tanto rispetto alla dimensione della ‘competenza’ quanto rispetto alla dimensione della cassa e, conseguentemente, delle disponibilità monetarie». La situazione di chiusura delle attività economiche e produttive, combinata con le restrizioni disposte in relazione alla circolazione delle persone, «ha comportato l’insorgenza di maggiori spese e di minori entrate, soltanto parzialmente compensate dalle minori spese registrate e dagli incrementi delle entrate derivanti dalle misure governative attivate».

VIOLAZIONI AL CODICE DELLA STRADA: STIMA DA 18 MILIONI

Le minori entrate e le extratributarie

L’effetto – si legge nella nota integrativa – immediato riguarda dunque «le minori entrate relative ai servizi a domanda individuale che in questo periodo sono stati sospesi. Si pensi ad esempio al servizio di refezione e trasporto scolastico, agli incassi delle biglietterie dei musei ma anche ai proventi delle violazioni al codice della strada che garantivano un flusso costante di denaro in entrata e che al momento non ci sono». Come noto con l’arrivo della Taric (tariffa rifiuti corrispettiva) addio entrata diretta per il Comune. Per quel che concerne le extratributarie ci sono più di 35 milioni – sempre nell’arco del triennio – per la vendita di beni/servizi e quasi 20 riguardanti i proventi dall’attività di controllo e repressione delle irregolarità.

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