Terni, istituto ‘Fatati’: la scuola media ‘Marco Collazzoni’ è realtà

Intitolazione ufficiale sabato mattina. Consegnate quattro borse di studio con l’associazione Claudio Conti. Il toccante ricordo delle colleghe dell’insegnante e artista

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Una giornata speciale, quella di sabato, per l’istituto comprensivo ‘Fatati’. La scuola secondaria di primo grado è stata infatti intitolata alla memoria di Marco Collazzoni, musicista, artista e docente indimenticato, scomparso nel gennaio del 2021. La cerimonia si è tenuta nell’auditorium dell’istituto ed ha visto la consegna di quattro borse di studio, offerte dall’associazione ‘Claudio Conti’ nell’ambito del patto di collaborazione con il Comune di Terni e la Fondazione ‘Istituto di formazione culturale Sant’Anna’ di Perugia, agli studenti più meritevoli delle classi terze della scuola secondaria di primo grado.


Di seguito un toccante ricordo di Marco Collazzoni da parte delle insegnanti della scuola media ‘Fatati’:

Visto che con Marco le cose iniziavano, e non finivano mai, la cerimonia di sabato mattina è, per noi colleghe e colleghi che lo abbiamo conosciuto (anzi, lo conosciamo), un nuovo inizio che Marco ci dona, non un commiato. Dare il suo nome alla scuola secondaria, in cui entriamo ogni giorno, significa ricominciare con lui, come avrebbe fatto lui, al suono di ogni campanella: cercando di ricaricarci, quotidianamente, della sua energia, del suo entusiasmo, del suo ottimismo.

Quando una persona passa dall’altra parte, per così dire, è facile dirne solo bene. Ci si aspetta che sia così. Con Marco però non si tratta di questo: ha seminato in questa scuola molto di sé stesso e a noi, oggi, preme solo essere testimoni di quella profonda devozione. Di proseguirla, di esserne degne e degni. Mariateresa, storica insegnante della scuola, è grata «per il tempo che ha donato a tutti noi». Proprio dalle mani, fatate, possiamo ben dire, di Marco, è uscito il busto di Felice Fatati, realizzato da lui stesso in una fonderia a Macerata in occasione dell’intitolazione dell’istituto anni fa: «Ricordo bene – aggiunge Mariateresa – che io ed Elena (insegnante della scuola secondaria, ndR) siamo state con lui fino a mezzanotte a scuola per montare la colonna che sostiene il busto di Fatati: eppure, nonostante l’ora, lavoravamo tra le risate».

«A scuola era una roccia – dice Maria Elena -, coinvolgeva tutti, alunni e docenti con allegria e delicatezza autentiche, sempre attento alla sensibilità e alle potenzialità delle persone che aveva intorno, le valorizzava, come solo una grande persona sa fare». Marco era un’ispirazione per tante ragioni. Infaticabile e vulcanico in un modo del tutto eccezionale, quasi spiazzante. «Ricordo distintamente – dice Paolo – che, mentre eravamo sul pullman, di ritorno dalla gita scolastica a Trieste, mi disse che avrebbe avuto un concerto la sera stessa: ho pensato che fosse insostenibile per chiunque una giornata del genere».

In effetti, sgranare gli occhi all’ennesima iniziativa o fatica di Marco, se avevi a che fare con lui, era reazione frequente. «Quando si decise di mettere in piedi la biblioteca d’istituto, c’era da spostare mobilio, coprire con teli, tinteggiare – dice Serena – e lui, senza scomporsi, disse: ‘Non vi preoccupate, torno quest’estate e faccio tutto’ e ad agosto era lì, con i secchi della vernice a tinteggiare e dipingere sui muri della biblioteca ‘Claudio Conti’ che ora è un posto adorabile». Ricorda Caterina: «Ogni volta che gli davi un aiuto lo considerava prezioso, mai pensava che fosse semplicemente la giusta risposta alle innumerevoli cortesie che lui faceva a tutti». Per Eleonora è difficile anche sceglierlo, un ricordo: «Potrei dire che mi è rimasto tutto impresso, di ciò che faceva: per esempio, la mattina guardava sempre il registro per capire se era il compleanno di qualcuno dei ragazzi e, nel caso, andava a comprare cioccolatini per festeggiare insieme».

Terni, scuola ‘Fatati’ verso l’intitolazione a Marco Collazzoni

Suonava per la scuola agli open day portando anche la sua band, realizzava intere gallerie fotografiche e riprese video ad ogni occasione, regalava le sue opere alla scuola, aiutava ogni giorno, in classe, chi ne aveva bisogno, alleggeriva il clima se in classe si faceva pesante, non diceva mai di no a una richiesta o a una proposta. Pia, musicista come lui, ricorda l’evento del Fatati per l’anniversario di Briccialdi: «Non feci in tempo a proporglielo che aveva già accettato. Marco disegnò la locandina, arrangiò in chiave jazz un tema di Briccialdi in quattro e quattr’otto, e venne il maestro Gianluca Petrucci ad eseguirlo a scuola, accompagnato al flauto dai ragazzi. E la cena che seguì, ad ascoltare Marco che parlava di strumenti con la sua formidabile competenza, fu qualcosa per cui avrei pagato volentieri il biglietto». E se è vero, ed è vero, che si insegna con l’esempio e non con le parole, noi abbiamo in Marco l’esempio più importante per chi fa questo mestiere: spendersi per gli altri, amare ciò che si fa, metterci il sorriso il più possibile, voler imparare sempre.

Terni perde il genio di Marco Collazzoni

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